Per mantenere le promesse fatte agli elettori il governo potrebbe presto riformare nuovamente l’Irpef consentendo ai redditi medio-alti di risparmiare sulle tasse
Il “Def light” per il 2024 non contiene novità di rilievo per quanto attiene le prossime misure di politica economica che il governo adotterà. Di certo il nuovo governo dovrà cercare di mantenere le promesse fatte agli elettori sul taglio delle aliquote Irpef. Le scarse risorse disponibili potrebbero rinviare la cancellazione del secondo scaglione. L’ultima riforma che ha comportato l’accorpamento dei primi due scaglioni è costata ben 4 miliardi di euro alle casse dello Stato, mentre si calcola che ne serviranno approssimativamente altri 10 miliardi per portare a termine il taglio del cuneo fiscale.
Come verranno gestite le detrazioni e l’Irpef
Una delle ipotesi è quella di incrociare la riforma delle detrazioni fiscali con il taglio delle aliquote Irpef, per rendere sostenibile dal punto di vista finanziario la prossima manovra finanziario. L’esecutivo penserebbe a finanziare il taglio delle aliquote Irpef attuando però una politica di riduzione delle detrazioni e deduzioni per almeno una decina di miliardi. Questo intervento normativo comporterebbe una riduzione delle tasse con redditi superiori ai 15.000 euro all’anno.
Le intenzioni del governo
L’ultima riforma che ha accorpato le prime due aliquote ha di fatto ridotto le tasse di 260 euro per coloro che guadagnano più di 28 mila euro, ma per chi ha dei redditi sopra i 50 mila euro, non c’è stato alcun beneficio. Per “sanare” questa situazione, adesso il governo vorrebbe cercare di fare una “carezza” anche al ceto medio, introducendo un taglio anche per i redditi cosiddetti medio-alti.
Una delle ipotesi allo studio potrebbe essere quella del taglio delle aliquote Irpef con l’allargamento di uno scaglione dei redditi. Si potrebbe abbassare l’aliquota Irpef del 35% facendo rispariare 220 euro per gli scaglioni di reddito superiori a 50.000 euro, euro in meno all’anno.
Le possibili novità per il 2025
E’ ormai certo che il prossimo taglio delle aliquote Irpef riguarderà principalmente lo scaglione tra 28.000 e 50.000 euro con la possibilità di ampliare il primo scaglione fin sopra il limite attuale dei 28.000 euro. L’esecutivo potrebbe intervenire sulla fascia tra 28.000 e 36.000 euro, facendola ricadere nel primo scaglione, con un risparmio a livello fiscale pari a 960 euro all’anno. In pratica chi ha un reddito di 36.000 euro, si vedrebbe tassati gli ultimi 8.000 euro al 23% e non più al 35%. Pagherebbe il 12% in meno, per l’appunto -960 euro. Ma il costo sarebbe verosimilmente elevato. Un’altra delle ipotesi allo studio, per evitare spese eccessive, potrebbe essere quella di estendere il primo scaglione solo a 30.000 euro con un risparmio fino al 12% in meno sugli ultimi 2.000 euro, ossia -240 euro. In questo modo il governo potrebbe abbassare dal 35% al 34% l’aliquota applicata al secondo scaglione e al 42% il terzo.
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