Al governo rimangono solo due possibilità: o si alza l’eta pensionabile o si riducono drasticamente gli assegni per le giovani generazioni
L’esiguità delle risorse a disposizione del governo, ha indotto l’esecutivo a rinviare la riforma della Legge Fornero, prevista nel programma di governo dell’attuale maggioranza. La strada verso un cambiamento si è rivelata molto più impervia di quanto previsto, con buona pace della Lega che ha fatto della cancellazione della Legge Fornero la propria bandiera in campagna elettorale. La realtà è che i margini di manovra per i legislatori sono molto stretti e ogni ipotesi di aumento della spesa pubblica previdenziale potrebbe avere effetti deleteri per le prossime generazioni.
La proposta degli esperti
Per poter superare la legge Fornero, molti economisti hanno proposto di portare l’età pensionabile a 70 anni. In concreto la proposta sarebbe quella di accostare l’età pensionabile alla pensione di vecchiaia contributiva, che oggi si raggiunge solo con 71 anni di contributi versati per molti lavoratori. In concreto le pensioni di anzianità diventeranno le attuali pensioni anticipate elevando a 42,10 anni il requisito anagrafico per gli uomini e 41,10 anni per le donne.
Gli effetti della riforma Fornero
La legge Fornero ha di fatto reso più sostenibili i conti dell’Inps, ma ha avuto un impatto negativo sulle pensioni dei lavoratori. Sono due le strade che il governo può battere per rendere il sistema pensionistico ancora sostenibile anche negli anni futuri. O si decide di ridurre l’importo delle pensioni o si ritarda l’età pensionabile. Meno anni si trascorrono in pensione, meno si grava sulle casse dello Stato. Una politica che si attuerebbe anche inasprendo le penalità per coloro che decidono di andare in pensione anticipatamente.
Gli scenari che potrebbero verificarsi
Ecco la ragione per cui la pensione di vecchiaia a 70 anni renderebbe più sostenibile la spesa pubblica, anche se comporterebbe notevoli sacrifici per i lavoratori italiani costretti a dover rimanere al lavoro fino ad un’età quasi proibitiva soprattutto per chi svolge mansioni che richiedono un certo sforzo fisico. Portare l’età pensionabile a 70 anni per le pensioni di vecchiaia e per l’Assegno Sociale sarebbe l’unica strada per garantire una pensione dignitosa a tutti in futuro. Il governo sta anche pensando di aumentare da 20 a 25 anni la quota contributiva necessaria per la pensione di vecchiaia, garantendo la pensione solo a chi ha maturato almeno un assegno mensile di 700 euro (1,5 volte l’assegno sociale).
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