La criminologa Roberta Bruzzone non ha dubbi: "Filippo Turetta è...". Ecco le sue parole

Roberta Bruzzone, la criminologa più famosa d'Italia, spiega i meccanismi mentali di killer come Filippo Turetta: ecco come lo ha definito

Roberta Bruzzone durante la trasmissione di Raiuno "Ballando con le stelle", Roma, 25 febbraio 2017. ANSA/ANGELO CARCONI
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La nota criminologa Roberta Bruzzone “disegna" il profilo di Filippo Turetta: ecco cos'ha detto l'esperta

Filippo Turetta è appena atterrato a Venezia con un volo di Stato: il killer di Giulia Cecchettin, dopo una settimana di reclusione in un carcere tedesco, sarà ora rinchiuso in un penitenziario in Veneto (probabilmente a Verona e non a Venezia) in attesa degli interrogatori e soprattutto del processo che definirà l'entità della sua condanna. Il 22enne, che rischia fortemente l'ergastolo, è stato riportato nel nostro Paese tramite un aereo privato per evitare linciaggi o disordini di tipo pubblico. Intanto le autorità si interrogano sulla sua tenuta psicologica dopo quello che ha commesso, così come la nota criminologa Roberta Bruzzone che ritrae un profilo ben preciso di Filippo. Ecco cos'ha detto durante un'intervista per IlMessaggero.it.

Il “disegno" di Roberta Bruzzone

Siamo di fronte – ha spiegato la Bruzzone – ad una personalità narcisistica patologica, è il classico profilo covert passivo aggressivo, una di quelle persone che agisce in modalità parassitaria e vessatoria di imporre la propria presenza. Uno dei metodi tipici, ad esempio, è l'aut aut: 'Se non fai quello che dico io, mi uccido", “se mi lasci, mi uccido". Queste minacce sono ricatti emotivi, non il segnale di tendenze suicide. Non ha mai avuto intenzione di uccidersi. Tanto è vero che, quando ne avrebbe avuto ben donde, non l'ha fatto“. Il resto del profilo verrà ritratto dagli esperti durante il (probabile) esame psichiatrico a cui Turetta dovrebbe sottoporsi dopo il primo interrogatorio in terra italiana.

Altre caratteristiche

Queste persone – ha proseguito la criminologa – quando non tollerano che qualcuno possa muoversi fuori dalla sfera del loro controllo, e della loro influenza, trascinano la vittima piano piano in una relazione sempre più asfittica. Il controllo che hanno nei confronti della vittima è l'unico filtro che le separano dall'angoscia depressiva. I covert passivo aggressivi si 'mascherano' da ragazzi per bene, sono apparentemente molto dimessi e tranquilli, finché va tutto come dicono loro…". La Bruzzone, inoltre, spiega perché secondo lei Turetta avrebbe deciso di arrivare al gesto estremo di uccidere l'ex fidanzata Giulia Cecchettin.


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Cosa è scattato nella mente di Turetta

Per la criminologa ligure “Filippo non sopportava di mostrarsi inferiore a Giulia. Qui il problema non è la fine della relazione, ma la laurea. Si tratta del traguardo pubblico che lui non aveva varcato, al contrario dell'ex ragazza“.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.