La piccola Agnese morta di caldo in auto
La tragica storia si è consumata nella mattinata di giovedì 18 luglio. Agnese, una bimba di appena un anno e mezzo, dopo essere rimasta chiusa in auto sotto il sole per alcune ore è morta. Vani i tentativi di rianimarla. La tragedia è avvenuta a Marcon, in provincia di Venezia. Il papà avrebbe dovuto lasciarla all’asilo nido o da un parente ma se n’è dimenticato.
La dinamica del tragico evento
Il padre di Agnese esce di casa con un Suv e giunge al lavoro mettendolo nel parcheggio dell’azienda. Quindi, entra in ditta dimenticando di avere lasciato la figlia di 1 anno e mezzo sul sedile posteriore del veicolo sotto il sole. Agnese doveva essere accompagnata all’asilo nido estivo, come di consueto, ma ieri non è mai scesa da quella vettura che sotto il sole rovente si era trasformata in una trappola rovente. Dopo qualche ora, tra mezzogiorno e l’una, i colleghi di lavoro dell’uomo sono usciti in pausa pranzo e si sono accorti della presenza della piccola Agnese nella macchina del papà, ancora sul sedile posteriore: purtroppo, il decesso era già avvenuto.
La disperazione del padre dopo la scoperta
Il papà della povera Agnese risiede a Zerman di Mogliano Veneto nel trevigiano, responsabile di magazzino alla Lodes di Marcon, in provincia di Venezia, non ha mai lasciato sua figlia più piccola al centro estivo e l’ha dimenticata in auto per tutta la mattinata, cosa che ne ha causato la morte. Lasciata all’inizio del turno di lavoro – non è chiaro se il dispositivo obbligatorio sul seggiolino fosse attivo e se abbia suonato (come riporta il corriere del Veneto), la piccola è rimasta chiusa dentro al Suv la cui temperatura interna aveva raggiunto i 40 gradi. Il padre dopo essere accorso e averla vista, ha perso il lume della ragione – come raccontano i dipendenti del vicino maglificio – iniziando a colpire il veicolo a calci e pugni al punto che i carabinieri sono dovuti intervenire per trattenere la sua disperazione ma anche per evitare che si facesse male. Il medico ha accertato la morte della piccola Agnese e poi sono cominciati i rilievi, poi gli interrogatori. I genitori, mamma e papà, sono stati assistiti da psicologi per il trauma.
Marcello, del vicino Bar Europa ha raccontato: “Abbiamo visto e sentito le sirene dei carabinieri, quelle dell’ambulanza. Mi hanno detto cos’era successo e sono trasalito perché ricordo bene il papà e l’altro suo collega che venivano a mangiare nel mio bar anni fa. Poi è nata la piccola e allora lui e allora lui ha cominciato ad andare a casa per il pranzo“.
La mamma della bambina lavora in un centro estetico a Mestre. La coppia ha anche un’altra figlia di 4 anni. I genitori sono stati circondati dall’affetto di parenti e vicini che hanno cercato di proteggerli da chi, spinto dalla curiosità o dal desiderio di offrire confronto, ha cercato di avvicinarsi a loro.
Dispositivi anti abbandono
Resta da chiarire se il seggiolino della piccola fosse dotato del sistema di sicurezza previsto dalle normative e se funzionasse. Su questo si concentreranno ora gli accertamenti delle forze dell’ordine. Numerosi sono i precedenti e proprio per cercare di limitare le tragedie della distrazione, le nuove norme hanno reso obbligatori i seggiolini dotati di un sistema di sicurezza che avvisa chi esce dall’auto lasciando a bordo il bimbo. Il corriere del Veneto ricorda che dal 1998 sono 12 i bambini morti perché dimenticati sotto il sole. Gli ultimi due casi, quello di ieri e quello avvenuto a Roma nel 2023, peraltro sono successivi all’entrata in vigore dell’obbligo dei dispositivi anti abbandono.
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