La tariffa telefonica sta aumentando per inflazione? Ecco quali sono le nuove regole e i diritti dei consumatori
Sono state introdotte con il nuovo regolamento alcune misure importanti a tutela degli utenti, soprattutto nel caso in cui il gestore dovesse aumentare la tariffa
Ecco le le nuove modifiche al regolamento che sono state introdotte dall'Autorità per le Garanzie
Con il nuovo regolamento che ha ricevuto pochi giorni fa l'approvazione da parte dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sono state apportate numerose e rilevanti modifiche in materia di rapporti tra operatori di telecomunicazioni e utenti finali. La novità più impattante sui diritti dei consumatori e sulla tariffe è quella dell'indicizzazione delle tariffe al tasso di inflazione. Una novità che avrà ripercussioni dirette per tutti i clienti dei gestori telefonici.
Le regole sul diritto di recesso
Sono state introdotte con il nuovo regolamento alcune misure importanti a tutela degli utenti, soprattutto nel caso in cui il gestore dovesse aumentare la tariffa. Tra le misure che sono state inserite spicca soprattutto il consenso esplicito da parte del cliente, il diritto di recesso e l'obbligo per gli operatori di garantire la massima trasparenza nelle comunicazioni. In questo modo gli utenti potranno scegliere la tariffa in totale trasparenza e consapevolezza, senza correre il rischio di andare incontro ad imprevisti.
Le nuove regole che sono state introdotte
Negli ultimi mesi molti operatori hanno incluso nei propri contratti la clausola inflazione fra i quali anche Wind e Tim linea fissa. Secondo quanto previsto dalla clausola il costo dell'abbonamento può essere rinnovato e modificato con scadenza annuale anche in base all'indice di inflazione, anche con una piccola percentuale di ricarico. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha però deciso di bocciare con una delibera queste clausole. La delibera emanata dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha stabilito che, qualora gli operatori intendessero aumentare i prezzi adeguandoli all'indice Istat, dovranno farlo sia nel caso di aumento che di diminuzione dell'inflazione. Nel caso di aumento annuale, all'utente viene data facoltativa di rescindere il contratto senza penali o costi di recesso. Soltanto nel caso in cui gli adeguamenti della tariffa seguissero i dati Istat sull'andamento dei prezzi, l'utente sarà obbligato a dover corrispondere i costi di recesso e il pagamento di eventuali penali.
Le altre regole
Qualora l'aumento dovesse superare il 5% del canone mensile, l'utente potrà decidere di aderire ad una nuova offerta con condizioni analoghe, ma senza la clausola inflazione. Nella deliberea viene anche fissato un limite massimo di 24 mesi per la durata iniziale di qualsiasi tipo di contratto. Dopo i due anni, l'utente finale ha facoltà di recedere in qualsiasi momento con un preavviso di un mese, senza incorrere in penali o costi di disattivazione. Nella delibera viene imposto agli operatori l'obbligo di offrire contratti chiari, trasparenti e comprensibili oltre ad una sintesi contrattuale concisa e facilmente leggibile.
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