Liliana Resinovich, la criminologa Roberta Bruzzone: "Il vero nodo da sciogliere è..."

Roberta Bruzzone, tra le più importanti criminologhe italiane, ha parlato del caso Liliana Resinovich: ecco cosa ne pensa

Una foto tratta dal profilo Facebook di Liliana Resinovich, 63 anni, scomparsa dalla sua abitazione a Trieste lo scorso 14 dicembre, 5 Gennaio 2022. Fonte foto: ansa.it
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Le ultime notizie sul caso Liliana Resinovich, ecco cosa ne pensa la criminologa Roberta Bruzzone

Cos'è successo a Liliana Resinovich? Le indagini sulla morte della 63enne triestina, trovata senza vita ormai due anni fa nei pressi di un ex ospedale psichiatrico della sua città, proseguono tra misteri e punti irrisolti. Ciò che è certo è che la donna si divideva tra il marito Sebastiano Visintin e l'amante Claudio Sterpin, uomo di cui il coniuge di Liliana non sapeva nulla e che ha scoperto solamente dopo la scomparsa della moglie. Del caso ha parlato anche la criminologa Roberta Bruzzone, tra i maggiori esperti in materia del nostro Paese: ecco come ha commentato per IlRestodelCarlino.it la decisione di riesumare il corpo di Liliana tra pochi giorni.

Il parere della Bruzzone

Qui purtroppo il vero nodo da sciogliere a mio modo di vedere difficilmente potrà essere risolto – ha detto la criminologa – mi riferisco all’epoca della morte. I parametri tanato-cronologici rilevati quando è stato ritrovato il cadavere concordano per una stima non superiore alle 60 ore rispetto al ritrovamento. Il test enzimatico dovrà dire se la salma è stata congelata. Ma se Liliana Resinovich è morta 20 giorni dopo essere scomparsa, si capisce bene che l'ipotesi omicidiaria diventa un po’ complessa“. Da capire definitivamente, più che altro, se confermare l'ipotesi suicidio o se ci saranno elementi per propendere in direzione di un omicidio (o un malore).

Suicidio o omicidio?

Se l’ipotesi è quella del suicidio – ha aggiunto Roberta Bruzzone – la Procura ha già detto chiaro e tondo di non essere interessata a rispondere alla domanda su dove sia stata Liliana nei venti giorni in cui è scomparsa. L'ha scritto nella prima richiesta di archiviazione. Quindi se andiamo di nuovo verso l’archiviazione per suicidio, la Procura a quella domanda non risponderà. Ricordiamo che il corpo non ha segni di costrizione, non è denutrito, non è in pessime condizioni. La causa di morte è comunque per asfissia.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.