Liliana Resinovich, la criminologa Roberta Bruzzone rivela: ''Non può essere...''
Caso Liliana Resinovich, dopo le indiscrezioni sulla nuova perizia, è tornata a parlare anche la criminologa Roberta Bruzzone.
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Liliana Resinovich, ecco cosa ha detto la Bruzzone sulle indiscrezioni in merito alla nuova perizia
In questi giorni si è parlato di nuovo del caso Liliana Resinovich. C'è stata un'anticipazione della nuova perizia medico-legale. I risultati ufficiali sono attesi entro il 15 dicembre. Sul cadavere della donna però sarebbero stati riscontrati “segni e lesioni prodotte da terze persone“. La prima perizia aveva invece escluso la presenza di terzi. La criminologa Roberta Bruzzone è stata intervistata da Fanpage.it.
Le parole della Bruzzone
La Bruzzone crede che questa anticipazione sulla perizia non sposti granché la situazione. La causa di morte resta quella individuata dal primo medico legale, ovvero una causa asfittica, da soffocazione. La criminologa spiega che questo con le lesioni individuate c'entra molto poco. Bisognerebbe anche capire a quando risalirebbero queste lesioni. Il primo problema da risolvere è se il corpo sia stato congelato o meno, continua l'esperta.
Lo scenario ipotetico
La criminologa pone il dubbio anche sul luogo dove potrebbe essere stata la donna per i circa 20 giorni trascorsi tra la scomparsa e il ritrovamento del corpo. Secondo la Bruzzone la Resinovich non può essere rimasta da sola perché nessuno l'ha mai vista in giro: "Non può essere rimasta in giro a vagare, qualcuno deve averla ospitata e sostenuta“. Lo scenario ipotetico potrebbe essere quello di un primo allontanamento volontario e che sia stata insieme a qualcuno una ventina di giorni. È possibile poi che sia successo qualcosa tra lei e questa persona e potrebbe averla aggredita con i colpi al volto, che però non sono compatibili con la causa del decesso. Lei potrebbe aver avuto un malore e l'altra persona potrebbe aver inscenato un suicidio.
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L'ipotesi del suicidio
Il corpo di Liliana fu trovato in due grandi sacchi neri. La testa era invece chiusa in due sacchetti bianchi, come quelli utilizzati per gli alimenti. L'ipotesi del suicidio sostenuta tra investigatori e inquirenti non ha mai convinto fino in fondo. Dimostrare che lei sia stata con qualcuno è difficile. Questo qualcuno potrebbe non essere il marito: "Mi pare improbabile che possa essere lui l'uomo del mistero'". La Bruzzone conclude dicendo che forse la verità su questa vicenda la conosce solo Liliana e se l'è portata con sé.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.
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