
Caso Liliana Resinovich, la nuova superperizia sarà consegnata il 28 febbraio 2025
Il caso legato alla morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa dalla propria abitazione il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio del 2022, potrebbe avere una svolta importante nelle prossime settimane. Secondo quanto riportato da “lFanpage.it”, infatti, la superperizia effettuata sul corpo riesumato delle donna, sarà consegnata il 28 febbraio 2025. I risultati erano inizialmente attesi per il 15 febbraio, ma è stato ufficializzato un rinvio di due settimane.
Liliana Resinovich, la nuova indiscrezione che potrebbe cambiare tutto
Nel corso della puntata di venerdì 21 febbraio 2025 di “Quarto Grado” andata in onda su Rete 4, è stata lanciata una indiscrezione clamorosa che potrebbe cambiare il corso delle indagini: Liliana Resinovich sarebbe morta per un’asfissia provocata da terzi. Qualcuno, dunque, ne avrebbe causato la morte soffocandola con i sacchetti o strozzandola. Si tratterebbe di un’ipotesi che, se confermata, costringerebbe a riscrivere la storia della morte della donna che, secondo la prima indagine, sarebbe stata frutto di un’asfissia auto-indotta con i due sacchi trovati sulla sua testa e, dunque, di un suicidio.
Il parere del professor Vittorio Fineschi
Nel corso del programma “Quarto Grado”, inoltre, si è sottolineato come di certo ad un’asfissia provocata da terzi abbia pensato anche il Professor Vittorio Fineschi, consulente di Sergio Resinovich (fratello di Liliana), che ha ipotizzato uno strozzamento. Per lui, infatti, la dinamica potrebbe essere stata quella di un movimento di torsione brusco del collo, una compressione letale con l’avambraccio che avrebbe causato anche la frattura alla vertebra T2 e che spiegherebbe anche l’assenza di lividi sul collo di Liliana. Il Professor Fineschi, infatti, ha spiegato che, non essendoci la presenza di segni sul collo di Liliana Resinovich, si deve pensare ad un afferramento mediante arto che viene costretto attorno al collo della donna senza lasciare tracce evidenti. Se le cose fossero andate così, dunque, i sacchi biodegradabili che Liliana aveva sulla testa non avrebbero avuto un ruolo nella sua morte, ma solo la funzione di evitare imbrattamenti di sangue (come ritenuto dai familiari di Lilly e i loro consulenti).
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Possibile siano stati utilizzati dei guanti?
Come spiegato nel corso del programma “Quarto Grado” andato in onda su Rete 4, sugli abiti di Liliana Resinovich non vi era alcuna traccia ematica, così come sui sacchi neri nei quali il corpo era infilato e che non presentavano alcuna impronta digitale né di Liliana né del suo ipotetico assassino. Possibile che siano stati utilizzati dei guanti?
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.