L'Inps chiarisce: “Salta la seconda rivalutazione per le pensioni prevista nel 2024”. Ecco cosa comporterà
La rivalutazione sulle pensioni che viene effettuata annualmente serve a consentire ai pensionati di non veder diminuito il potere d'acquisto
Nel 2024 non scatterà la seconda rivalutazione: ecco il motivo
La rivalutazione per le pensioni Inps 2024 è già scattata, per la seconda rivalutazione le cose andranno ben diversamente, come ha avuto modo si spiegare lo stesso ente di previdenza in una propria nota. Gli importi attesi dai pensionati e riscossi a gennaio hanno suscitato una certa delusione non essendo emerso alcun aumento per effetto della nuova Irpef 2024 che invece dovrebbe scattare a partire dal mese di aprile. Di fatto però salterà la seconda rivalutazione delle pensioni 2024 e l'Inps ne ha dato in questi giorni le dovute spiegazioni.
Come funziona la rivalutazione
La rivalutazione sulle pensioni che viene effettuata annualmente serve a consentire ai pensionati di non veder diminuito il potere d'acquisto dei propri assegni, anche alla luce dell'alto tasso di inflazione registrato negli ultimi anni. Come annunciato settimane fa, era attesa una seconda rivalutazione pensionistica in corso d’anno per effetto del ricalcolo del tasso provvisorio al 5,4%. Ma il nuovo aumento annunciato, di fatto, non ci sarà.
I chiarimenti dell'Inps
Era logico attendersi un aumento delle pensioni alla luce del tasso definitivo del 5,7% stimato dall'Inps, rispetto al 5,4% stimato in precedenza, ma l'Inps ha chiarito che la differenza dello 0,3% non sarà pagata poichè per la rivalutazione delle pensioni il dato che va considerato è la variazione media annua del Foi al netto dei tabacchi, che nel 2023 è stata pari al 5,4%. Ecco perchè gli importi delle pensioni 2024 rimarranno sostanzialmente inalterati.
Come si calcola la rivalutazione
Nel frattempo è scattata la prima rivalutazione per le pensioni nel 2024 sulla scorta del tasso provvisorio del 5,4%. Ricordiamo che la rivalutazione, in base alle normative vigenti, sarà del 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, mentre sarà dell'85% per gli assegni fino 5 volte il minimo e così a scalare fino alla rivalutazione del 22% prevista per le pensioni oltre 10 volte il minimo.
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