Dall’Inps la richiesta di nuove riforme strutturali per salvaguardare i conti dell’ente previdenziale
Roberto Ghiselli, l’attuale Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS, ha lanciato in questi giorni un allarme preoccupante che coinvolge i conti del sistema previdenziale italiano, invocando l’immediata adozione da parte del governo di riforme strutturali e incentivi alla natalità e all’occupazione giovanile, in modo tale da rendere i bilanci dell’Inps più sostenibili. Si tratta di dichiarazioni piuttosto preoccupanti che hanno rilanciato i timori, mai sopiti, sulla reale stabilità finanziaria dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
I numeri che preoccupano gli esperti
Secondo le prospettive degli analisti, sono molto elevate le probabilità che il bilancio dell’Inps possa subire un grave pregiudizio entro il 2032, passando da un attivo attuale di 23 milioni di euro, ad un pesante passivo che potrebbe sfiorare i 50 miliardi di euro. Una situazione deficitaria dettata dal calo cospicuo delle nascite a dall’invecchiamento progressivo della popolazione. In futuro, infatti, si stima che la popolazione italiana avrà un’età media ancora più alta con conseguente calo della popolazione attiva e un aumento del numero di pensionati.
Le sfide verso un futuro sostenibile
Con queste prospettive a tinte fische, mantenere l’equilibrio del sistema previdenziale italiano sarà una vera impresa. Questo squilibrio potrebbe non garantire più pensioni adeguate e sostenibili nel tempo. In questo contesto di precarietà finanziaria, riuscire a fare una riforma delle pensioni equilibrata e durevole, diventa una sfida sicuramente ardua per ogni governo, di qualsiasi colore politico. L’obiettivo del superamento della Legge Fornero è pur sempre ambizioso, ma in presenza di tutti quei segnali inquietanti lanciati da Ghiselli, diventa sempre più un miraggio.
Le possibili alternative
Uno dei sistemi molto propagandati in questi ultimi mesi è quello caldeggiato dal leader della Lega di Matteo Salvini, basato sull’introduzione di Quota 41 per tutti i lavoratori. Si tratta di una misura che permette di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Secondo le stime, il costo per il 2025 sarebbe di 5 miliardi di euro. Il costo però salirebbe a 9 miliardi negli anni successivi. Un fardello insostenibile per i conti dell’Inps. Gli esperti stanno pensando ad introdurre un sistema penalizzante per chi lascia il lavoro anticipatamente. In ogni caso, a queste politiche improntate al risparmio sul piano previdenziale, andrebbero affinancate altre poltiche che incentivino la natalità e favoriscano l’integrazione dei giovani nel mercato del lavoro.
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