
Le modifiche introdotte dal governo sono finalizzate a reprimere il fenomeno dei furbetti della Naspi
Le novità introdotte nel 2025 potrebbero presentare alcuni elementi di discriminazione per i lavoratori dipendenti che per ragioni indipendenti dalla loro volontà dovessero perdere il lavoro. Il governo ha infatti inserito delle modifiche che riguardano la Naspi, l’indennità di disoccupazione (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) che a tutt’oggi rappresenta certamente l’ammortizzatore sociale più utilizzato. Le due novità introdotte di fatto peggioreranno la situazione per alcune tipologie di lavoratori rendendone più complicato l’accesso alla prestazione.
Le novità introdotte dal governo
Le novità volute dal governo sono state introdotte al fine di reprimere quel fenomeno che viene identificato col termine “i furbetti della Naspi”. La prima novità vieta il riconoscimento di questa indennità a chi lascia il lavoro presentando le dimissioni e poi viene assunto immediatamente da un’altra azienda. Si è scoperto che queste assunzioni spesso vengono utilizzate strumentalmente per evitare il ticket licenziamento e per non perdere la Naspi. Spesso queste formule vengono concordate tra datore di lavoro e dipendente per ottenere entrambi dei benefici. Queste pratiche adesso saranno vietate e non permetteranno più di conseguire il diritto alla Naspi.
Casa cambia
La nuova legge prevede che adesso le nuove assunzioni, per essere valide ai fini del ripristino del diritto alla Naspi, dovranno avere una durata non inferiore a 3 mesi. Una misura che, sebbene pensata per contrastare gli abusi, avrà anche delle conseguenze negative per chi trova un lavoro di breve durata e lo fa in assoluta buona fede. Per questa ragione, la nuova modifica ha fatto storcere il naso ai sindacati. Va detto che questa novità non è l’unica che è stata introdotta dal governo per reprimere il fenomeno dei furbetti della Naspi.
La seconda novità
La seconda novità mira a colpire quel meccanismo che permette al datore di lavoro di licenziare senza pagare il ticket licenziamento, equiparando il licenziamento a dimissioni volontarie. L’assenza ripetuta del lavoratore, ad esempio, consente al datore di lavoro di licenziare per giusta causa. Con le nuove regole, il licenziamento per giusta causa equivale alle dimissioni volontarie e quindi al lavoratore licenziato non spetta la Naspi. I sindacati hanno contestato anche questa nuova modifica perchè consentirebbe al datore di lavoro di poter licenziare per assenteismo. E senza dover corrispondere il ticket licenziamento. Insomma, per effetto di queste due novità, per i furbetti della Naspi la vita si farà sempre più dura.
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