Naspi, niente più pagamenti per questi lavoratori: ecco chi non ha più diritto alla prestazione
E' stato approvato dal Consiglio dei Ministri un disegno di legge che lo scorso 6 novembre 2023 ha iniziato l’iter parlamentare: ecco le novità
Lo stratagemma di farsi licenziare appositamente per riscuotere la Naspi non potrà più funzionare: ecco il motivo
Molti lavoratori, per farsi licenziare e poter comunque intascare la Naspi (l'indennità di disoccupazione), mettono in atto alcuni stratagemmi per indurre il datore di lavoro a prendere questa drastica decisione. Sappiamo che la Naspi non viene corrisposta ai lavoratori che hanno lasciato volontariamente il proprio posto di lavoro, mentre viene accordata a chi è stato licenziato per cause indipendenti dalla propria volontà. Ecco perchè molti lavoratori che vogliono percepire la Naspi e desiderano lasciare il posto di lavoro, si adoperano affinchè il lavoratore li licenzi.
Il “trucchetto" non potrà più funzionare
Molti lavoratori, per farsi licenziare, non si presentano al lavoro per molti giorni inducendo il datore di lavoro non esimersi dall'interrompere il rapporto di lavoro. Si tratta di un trucchetto che molti mettono in atto per conseguire l'indennità di disoccupazione. Ma adesso le cose potrebbero cambiare drasticamente. E' stato approvato dal Consiglio dei Ministri, infatti, un disegno di legge che lo scorso 6 novembre 2023 ha iniziato l’iter parlamentare e che ben presto diventerà legge.
Le nuove modifiche
All'articolo 9 del testo del Decreto lavoro dell’1 maggio scorso che ha introdotto sostanziali modifiche alla disciplina sui licenziamenti, è stato stabilito che in caso di assenza ingiustificata protratta oltre il termine previsto dal contratto collettivo (o in mancanza di previsione contrattuale) superiore a cinque giorni, il contratto di lavoro dovrà intendersi risolto per volontà del lavoratore. Pertanto, in virtù della nuova modifica, colui che pone in essere atti che causano il licenziamento disciplinare come in caso di assenza ingiustificata, il rapporto di lavoro va inteso come risolto per volontà del lavoratore e quindi lo stesso lavoratore non avrà diritto a percepire la Naspi.
Si attende la pubblicazione in GU
Venendo a mancare il requisito della perdita involontaria del rapporto di lavoro, condizione necessaria per percepire la Naspi, il lavoratore non potrà richiedere l'indennità. Adesso occorrerà attendere che il provvedimento entri in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di regole che non hanno valore retroattivo pertanto chi percepisce già la Naspi essendo stato licenziato per assenza prolungata non avrà nulla da temere perchè non decadrà dal beneficio.
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