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Olimpiadi di Parigi, Alice Sotero e la grave infezione all’occhio: “Pensavo sarebbe stato impossibile…”

La storia di Alice Botero che vuole partecipare alle Olimpiadi di Parigi, ma che scopre di avere un'infezioni a un occhio che potrebbe compromettere tre anni di preparazione.

Olimpiadi di Parigi, Alice Sotero e la grave infezione all’occhio: “Pensavo sarebbe stato impossibile…”

Olimpiadi di Parigi, Alice Sotero e la grave infezione all’occhio

Alice Sotero è una pentatleta azzurra che ha già partecipato alle Olimpiadi di Rio 2016 dove ha ottenuto un settimo posto nell’individuale, e un quarto posto ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Purtroppo, il sogno olimpico stava per sfumare a causa di un infezione all’occhio. Infatti, la 33enne astigiana negli ultimi mesi si è ritrovata a fare i conti con una patologia causata da un errore nel lavaggio delle lenti a contatto. Grazie a una cura italiana, Alice riuscirà a partire per Parigi, visto che è riuscita a recuperare parte della vista e superare il grave dolore che l’aveva costretta a fermare gli allenamenti. E’ quanto riporta leggo.it, ma andiamo a vedere cosa è successo nel dettaglio.

Il post su Instagram

Quasi una settimana fa, Alice posta su instagram una sua foto e scrive: “Fino a qualche settimana fa pensavo sarebbe stato impossibile, il 13 giugno ho avuto la conferma della positività all’acantameba una delle più temibili infezioni corneali. Sono in cura alla Clinica Sarnicola di Grosseto, sarà un percorso ancora lungo ma è grazie a loro se il 6 agosto potrò prendere il volo per la mia terza olimpiade. Grazie al dottor dario.cpl e alla dottoressa Machetta che si prendono cura di me a Torino. Grazie a tutte le persone che mi sono state accanto in questo periodo un po’ buio. Ora testa alla gara”. 

La malattia

Prima di metà giugno Alice avverte un fastidio sempre maggiore all’occhio sinistro che diventa rosso e poi dolorante, sempre di più, al punto di costringerla a letto quasi tutto il giorno con il ghiaccio sulla parte per tentare di anestetizzare quella sofferenza. Così, la 33anni di Asti comincia a recarsi in vari centri oculistici. All’inizio l’infezione non viene identificata, si ipotizza sia Herpes. Alice non migliora finché viene indirizzata al centro di Grosseto guidato dal professore Vincenzo Sarnicola che sospetta professor Vincenzo Sarnicola che sospetta l’infezione da Acantamoeba. Vengono inviate per essere analizzate le lenti a contatto utilizzate dall’atleta alla professoressa Cusi dell’università di Siena che collabora col professor Sarnicola da anni per la diagnosi di laboratorio delle infezioni corneali. E finalmente arriva la diagnosi: cheratite da Acantamoeba. Il contagio sarebbe avvenuto proprio con una lente a contatto sciacquata sotto il rubinetto e non con la soluzione sterile. La pentatleta azzurra dice: “Non sapevo che fosse pericoloso. Usavo le lenti la notte per correggere un difetto visivo ma non ero a conoscenza che quella manovra potesse essere un rischio”, racconta. Nel frattempo i medici le avevano consigliato di sospendere gli allenamenti più pericolosi, come il nuoto, una delle 5 specialità per le quali sarà in gara a Parigi. Passano due settimane durante le quali “sono restata molto a letto”. Ora Alice comincia a sperare di potercela fare a partecipare alle Olimpiadi che prepara da anni.

La terapia

Si comincia con la terapia, una specie di countdown per il 6 agosto, giorno della partenza di Alice verso Parigi. L’obiettivo è distruggere il parassita. Eppure ci vuole un’impresa, perché non esiste una terapia ufficiale contro l’infezione da Acantamoeba e in farmacia non ci sono colliri che potrebbero funzionare. PErò. in Italia è appena terminata la sperimentazione di un nuovo collirio prodotto dall’azienda Sifi, la prima terapia specifica. Viene contattata l’azienda che subito si rende disponibile a fornire, per uso compassionevole il farmaco, non ancora in commercio. E ricomincia la speranza.

Le gare

Alice Botero dovrebbe iniziare l’8 agosto con la scherma, proseguendo il 10 per la semifinale e se tutto andrà bene l’11 agosto ci sarà la finale. “La terapia andrà avanti parecchio tempo. Ora vedo due decimi da quell’occhio e nella prova del tiro con la pistola userò l’altro occhio, quello destro, che per fortuna è quello che usavo anche prima”, racconta all’Ansa. Nella foto del suo profilo figura anche la sua piccola di appena 2 anni che nei giorni più difficili le è restata accanto mettendosi anche lei il ghiaccio sull’occhio, “come mamma”. Adesso sta meglio e in gara utilizzerà una mascherina di protezione molto stretta. Si tufferà in piscina: “Non ho idea di cosa avrei fatto nelle mie condizioni se fosse stato previsto un tuffo nella Senna. Ci avrei pensato…”.

 

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.

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