Il marito di Pamela, la donna morta dopo il parto, deposita una denuncia ai carabinieri
A parlare è il marito di Pamela Pelle, la donna 39enne deceduta pochi giorni fa, dopo aver partorito la sua terza figlia al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. L’uomo, Vincenzo Rinaldi è stato intervistato da La Repubblica, spiegando di aver depositato la denuncia ai carabinieri, assistito dal suo avvocato Erdis Doraci. Cosa ha detto, tra le altre cose, lo riferisce Fanpage.it.
Il marito di Pamela vuole vederci chiaro
“Stava male ma non l’hanno ricoverata. Ora che non c’è più voglio sapere perché è morta“. Sono le dolorose parole pronunciate dal marito di Pamela Pelle. Vincenzo Rinaldi vuole vederci chiaro, vuole capire se la moglie fosse stata ricoverata per i sintomi che aveva, si sarebbe potuta salvare e se ci siano stati ritardi nei soccorsi. Spetta alla Procura della Repubblica far luce sulla vicenda. Per ora, i carabinieri hanno sequestrato la cartella clinica della paziente, le indagini sono in corso.
La rivelazione del marito e la dichiarazione della direzione sanitaria del Policlinico Gemelli
Vincenzo Rinaldi è il titolare di Rinaldi al Quirinale, uno dei più importanti e famosi ristoranti al centro di Roma. Nell’intervista ha raccontato le fasi salienti da quando la moglie ha iniziato ad avvertire alcuni sintomi, durante il suo stato di malessere che è continuato, fino a quando ormai dimessa dall’ospedale le sue condizioni di salute a distanza di alcuni giorni dal parto sono peggiorate, fino alla morte. “Abbiamo soprattutto fatto presenti i dolori che ha accusato e le perdite di sangue, ma ci hanno più volte detto che era normale”. Tre giorni dopo il parto, Pamela Pelle è stata dimessa. La direzione sanitaria del Policlinico Gemelli ha dichiarato: “I dati registrati nella cartella clinica non confermano la riferita copiosa perdita di sangue durante il parto” e che “si ritiene di poter affermare, sulla base degli elementi complessivamente disponibili, che la morte della signora sia avvenuta per cause naturali, non prevenibili né ricorrendo al prolungamento della ospedalizzazione, né ampliando il ventaglio della terapia prescritta a domicilio“.
Chiesto il sequestro del cadavere e l’autopsia
Il marito di Pamela assistito dal suo legale ha spiegato tutti i passaggi che gli appaiono poco chiari, dalle visite dopo gli accessi al pronto soccorso al quale la trentanovenne si era rivolta perché non si sentiva bene, poi rimandata a casa. Fino ad arrivare a un presunto ritardo dell’ambulanza, a dire di Vincenzo Rinaldi, quando l’ha chiamata con la richiesta di raggiungere la loro abitazione con urgenza, prima che la moglie morisse. Il ristoratore ha chiesto il sequestro della salma e l’autopsia, per consentire di fare chiarezza sulle cause che hanno portato la moglie alla morte e per capire se ci siano responsabilità a carico dei sanitari che si sono presi cura di lei.
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