Il noto sociologo e psichiatra ha parlato dei mali di cui è afflitta la società moderna con particolare riferimento alla tragica vicenda di Paderno Dugnano
Ha sconvolto l’intero paese la storia della strage di Paderno Dugnano dove un ragazzo di 17 anni ha trucidato con un coltello da carne il fratello 12enne e i proprio genitori nella notte tra sabato e domenica. Ciò che sciocca di più è quello che ha dichiarato il giovane omicida agli inquirenti dopo essere stato arrestato. Il 17enne ha spiegato testualmente che «non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi, mi sentivo oppresso». Su questa vicenda è intervenuto il noto psichiatra e sociologo, Paolo Crepet, 72 anni, che in una intervista al Corriere della Sera ha invitato tutti a riflettere sulla nostra «comunità sfaldata».
L’allarme lanciato dal noto psichiatra
Secondo il noto esperto, rispondere alla domanda sulle possibili cause di questo gesto sarebbe da “fanfaroni”. Criminologi e psicologi, secondo Crepet, non hanno una risposta ad una domanda del genere. “Quello che mi spaventa – ha spiegato Crepet – è come mai non se n’è accorto nessuno». Secondo il sociologo, non è possibile che il 17enne non abbia dato segnali premonitori che avrebbero potuto consentire di prevedere quanto accaduto. “Un ragazzino di 17 anni prende in mano un coltello e fa una strage e non ci sono segnali? Stiamo scherzando?”.
Crepet e la società in cui non si comunica più
Secondo Crepet non valgono neanche le rassicurazioni dei vicini di casa che parlano di “famiglia tranquilla”. “Questa è la controfirma di una civiltà morta – ha tuonato al Corriere della Sera – chi dice che era una persona meravigliosa uno che ha fatto una strage perché lo dice? Ci è andato a bere un caffè alle otto? E cosa pensava gli dicesse, tra dieci minuti ammazzo tutti?”. Crepet ha anche puntato il dito su questa “società sfaldata” in cui la gente non si parla più. “Io non conosco nessuno dei miei condomini. È una comunità sfaldata, una volta tra vicini ci si aiutava”.
Il duro attacco ai social network
Nell’intervista concessa al Corriere della Sera, Paolo Crepet ha posto sul banco degli imputati anche i social network che avrebbero peggiorato la crisi della società moderna di un milione di volte. Secondo lo psichiatra che frequenta abitualmente i talk show televisivi, chi nega la responsabilità dei social sarebbe in palese “malafede”. “Un ragazzino di 17 anni che si mette la “vision pro” sugli occhi è più o meno isolato? Ci vuol Marconi per capirlo?». Crepet ha anche parlato di una “società violentissima. A Torino hanno massacrato un signore che faceva le bolle di sapone alla stazione, non è follia, è odio».
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