Nel libro che uscirà mercoledì 3 aprile, Bergoglio ha confessato come dovrà svolgersi il suo funerale
Papa Francesco ha dato nuove disposizioni su come dovrà svolgersi il suo funerale quando verrà il gorno della morte. Ha dichiarato che vuole morire con “dignità”, esattamente come fa ogni cristiano. Quindi vorrebbe che il suo corpo venisse adagiato su una bara e non su un catafalco. Sono questi i desiderata che Bergoglio ha espresso nel suo libro-intervista con il giornalista Javier Martínez-Brocal, ‘El Sucesor‘ (Editorial Planeta), che uscirà nella giornata di mercoledì 3 aprile.
Come si svolgerà il rito
Il suo funerale, come ha preannunciato lo stesso Papa, prevederà solo una veglia (e non due) e non prevede invece delle cerimonie particolari per la chiusura della bara. Il pontefice ha anche dichiarato che non aspira ad essere sepolto in Vaticano. Bergoglio ha anche dichiarato di avere già parlato con il cerimoniere con il quale è già stata chiarita come avverrà la funzione. Verrà eliminato il classico cerimoniale “sovraccarico”. L’attuale Papa, infatti, ambisce ad una cerimonia molto sobria e semplice, come è nel suo stile.
Il rituale da modificare per sempre
L’ambizione di Bergoglio è quella di modificare per sempre il rituale previsto per la morte di un papa, e quindi queste nuove modifiche non riguarderanno solo il suo funerale. Bergoglio ha anche raccontato un curioso aneddoto legato alla sua scelta di difendere i matrimoni omosessuali. “Alcuni andarono da Benedetto a dire che io dicevo eresie”, “lui li ascoltò e con autorevolezza li aiutò a distinguere le cose” tra matrimonio cristiano e unioni civili. Di fatto, papa Ratzinger non condannò la decisione di Bergoglio, anzi la difese.
Le confessioni su Ratzinger
Nel suo libro, Bergoglio ha preso le difese di Ratzinger, definendo “un grande”, e affermando che “non era attaccato al potere”, pur confermando di non avere sempre condiviso le sue decisioni ma “con il suo silenzio le ha sempre rispettate”. Si è detto, infine, addolorato per come la figura del papa tedesco sia stata strumentalizzata nel libro di mons. Georg Gaenswein ‘Nient’altro che la verità’: “Mi ha addolorato che Benedetto sia stato usato” e “ha avuto una grande pena” per il fatto che quel libro sia uscito proprio nel giorno del funerale di Ratzinger.
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