Si torna a parlare di un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte: ecco come funzionerebbero
L’esigenza di fare cassa subito potrebbe indurre il governo a tirare fuori alcune misure che in passato hanno supportato i conti dello Stato fra le quali anche il contributo di solidarietà sulle pensioni cosiddette “ricche”. Le pensioni, come dimostra in maniera eloquente l’ultima manovra finanziaria, rappresentano per il governo un versante caldo per sistemare i conti come dismostrano il talgio delle pensioni anticipate e le rendite sopra determinate soglie di reddito.
I tagli già previsti
La rivalutazione è stata ridimensionata già dallo scorso anno per tutte quelle pensioni che superano il quintuplo del trattamento minimo. Una misura che interessa sostanzialmente quasi la metà dei pensionati italiani. La riduzione della perequazione è ancora più ampia per le pensioni più alte che quindi potranno recuperare solo in minima parte la perdita del potere d’acquisto. Tutte queste misure si stanno però rivelando insufficienti, ecco perchè si è tornato a parlare del prelievo forzoso sulle pensioni più alte.
Il report dell’Ocse
Un recente report dell’Ocse, a tal proposito, ha rilanciato la questione della revisione della spesa pensionistica che sarebbe ormai inevitabile per far quadrare i conti, intervenendo soprattutto sulle pensioni anticipate. Si potrebbe intervenire, secondo l’Ocse, anche con una tassazione delle pensioni d’oro retributive, giudicate sproporzionate rispetto a quelle degli altri Paesi sviluppati. “È necessario risparmiare sulla spesa pubblica – sostiene l’Ocse – e in questa cornice le pensioni rappresentano una quota importante della spesa complessiva”.
I tagli approvati in passato
Ecco perchè si sta facendo strada in queste ore l’idea di approvare un contributo di solidarietà commisurato all’entità della rendita erogata col sistema retributivo. Il prelievo forzoso venne approvato già in passato sulle cosiddette pensioni d’oro. Si tratta di un’imposta aggiuntiva che è stata applicata dal 2011 al 2021 alle pensioni di importo superiore alla media. L’obiettivo fu quello di ridurre il divario tra le pensioni di importo elevato e quelle più basse. Nel 2011 e 2012 venne applicata a tutte le pensioni di importo superiore a 90 mila euro. Il prelievo fu del 6% per tutte le pensioni da 90 mila a 128 mila euro annue. L’aliquota salì al 12% per le pensioni tra 128.000 a 193.000 e al 18% per le pensioni tra 193.000 a 257.000. Infine venne applicata un’aliquota del 24% per le pensioni sopra i 257 mila euro.
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