Ecco tutti i casi in cui la pensione di reversibilità non viene più erogata ai superstiti in base alle normative vigenti
La pensione di reversibilità è stata introdotta per garantire il sostegno economico dei familiari superstiti, una volta che il pensionato è deceduto. La reversibilità non è sempre ammessa dalla legge ma deve sottostare e soddisfare determinati requisiti. In determinati casi, se i redditi del beneficiario dovessero aumentare, la legge prevede la riduzione della somma erogata. La stessa situazione accade anche quando il beneficiario non presenta la dichiarazione dei redditi. In determinati casi, il diritto prevede addirittura la revoca. In questo articolo analizzeremo proprio i casi in cui la pensione di reversibilità può essere revocata a norma di legge.
I casi di revoca
Alcuni criteri che si applicano per la revocabilità della prestazione dipendono strettamente dal rapporto di parentela che lega il de cuius al beneficiario (coniuge, figlio, genitore o fratello). Uno dei casi che può determinare la revoca è la modifica nella composizione del nucleo familiare che comporta un differente equilibrio familiare. Se il coniuge, ad esempio, dovesse risposarsi, secondo la legge la pensione di reversibilità va revocata senza alcuna possibilità di deroga.
Il caso delle nuove nozze
Secondo la legge, le nuove nozze sono sufficienti a dimostrare la possibilità di raggiungere la stabilità economica, anche perchè si presuppone che il nuovo coniuge possa provvedere all’assistenza materiale del beneficiario. In ogni caso, secondo quanto prevede la legge, il coniuge che perde la pensione di reversibilità può beneficiare una tantum di una somma corrispondente a due annualità fino al giorno del matrimonio.
Il caso della reversibilità revocata ai figli
La pensione di reversibilità in favore dei figli del defunto rappresenta una misura temporanea prevista dalla legge solo fino a quando i figli non diventino autosufficienti dal punto di vista economico. Le legge prevede che la reversibilità ai figli venga revocata al compimento di 18 anni, a meno che siano studenti o disabili. In alternativa la pensione viene tolta al compimento di 21 anni, o prima se iniziano a lavorare oppure terminano o interrompono gli studi superiori/professionali. Viene meno anche quando cessa lo stato di inabilità, per i figli ai quali era stato precedentemente riconosciuto.
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