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Pensione di vecchiaia, ecco quali saranno i contributi che contano veramente secondo le nuove leggi

La pensione di vecchiaia rappresenta un fondamentale supporto economico per tutti i lavoratori italiani: le nuove regole

Pensione di vecchiaia, ecco quali saranno i contributi che contano veramente secondo le nuove leggi
Pensioni fonte foto: SuperSud

Per la pensione di vecchiaia in Italia oggi servono almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi: cosa potrebbe accadere in futuro

Oggi la pensione di vecchiaia rappresenta uno dei sistemi più frequenti per collocarsi a riposo. L’attuale normativa prevede che siano necessari almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi versati , per poter percepire questa prestazione erogata dall’Inps, sia che si tratti di dipendenti che di autonomi. Bisogna quindi soddisfare determinati requisiti anagrafici e contributivi per poter andare in pensione.

I requisiti previsti

I requisiti sono più stringenti per quei lavoratori che ricadono nel sistema contributivo, ovvero coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995. Per questi lavoratori, non bastano solo i requisiti contributivi e anagrafici per andare in pensione, ma serve anche rispettare una soglia minima pari a 1,5 volte l’assegno sociale Inps. Solo in determinati casi è consentito conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia in assenza del requisito contributivo e cioè con meno di 20 anni di contributi versati. Si tratta delle cosiddette tre deroghe Amato.

Le tre deroghe

La prima delle tre deroghe viene concessa ai lavoratori con contribuzione antecedente il 1992. Si tratta di quei lavoratori che possono vantare almeno 15 anni di contributi versati prima del 31 dicembre 1992. La seconda deroga viene invece riconosciuta a coloro che beneficiano di alcuni requisiti previdenziali, per il fatto di aver usufruito di cassa integrazione straordinaria. La terza deroga riguarda invece i lavoratori disoccupati di lungo periodo, che a causa di specifiche circostanze, sono rimasti disoccupati per lungo tempo e quindi versano in condizioni precarie dal punto di vista economico.

I requisiti che cambieranno

La nuova riforma delle pensioni del 2025 non muterà nulla sostanzialmente almeno per quanto riguarda i requisiti per la pensione di vecchiaia. Anche se da più parti si vocifera della possibilità di introdurre quota 92, cioè un mix di requisiti diversi e cioè 67 anni di età e 25 anni di contributi. Non cambierà nulla per quanto concerne la validità dei contributi per la pensione di vecchiaia che sono i contributi obbligatori (legati all’attività lavorativa), la contribuzione figurativa (malattia, infortunio e maternità), e i contributi da riscatto che include i periodi di studio universitario e i periodi di lavoro svolti all’estero in paesi. Sono inclusi anche i contributi da ricongiunzione, vale a dire la riunione in un unico trattamento pensionistico dei periodi contributivi maturati in diversi enti previdenziali.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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