I contributivi puri adesso avranno delle maggiori agevolazioni per andare in pensione prima: ecco le novità introdotte
Tutti i i contribuenti che hanno versato contributi dopo il 31 dicembre 1995 sono considerati i cosiddetti “contributivi puri”. Questa categoria di lavoratori avranno il vantaggio di andare anticipatamente in pensione con 20 anni di contributi versati e con il requisito anagrafico dei 64 anni ma solo se l’assegno pensionistico non è inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Il contributivo puro che non matura i requisiti per uscire dal mondo del lavoro a 64 anni, deve aspettare l’età pensionabile per poter conseguire la pensione di vecchiaia.
La situazione attuale
Anche in questo caso bisogna aver maturato il requisito anagrafico dei 67 anni di età e dei 20 anni di contributi versati, mentre il requisito dell’assegno maturato deve essere pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Se anche in questo caso non si matura il requisito per andare in pensione, l’ultima finestra per lasciare il mondo del lavoro si raggiunge con i 71 anni di età e i 5 anni di contributi versati, senza alcun vincolo per quanto concerne l’assegno maturato.
La novità introdotta dal governo
Chi ha versato i contributi prima del 31 dicembre 1995 ha avuto decisamente vita più facile per andare in pensione grazie al sistema contributivo misto (retributivo e contributivo), non dovendo soggiacere ai limiti che sono stati introdotti successivamente. Nel 2024 però anche i contributivi puri saranno equiparati agli altri lavoratori per l’accesso alla pensione di vecchiaia, poiché il Governo ha deciso di eliminare ogni disparità di trattamento a 67 anni. In virtù di questa novità, anche i contributivi puri dal primo gennaio del 2024 potranno conseguire il diritto di andare in pensione con 67 anni di età e 20 anni di contributi, senza ulteriori vincoli.
La nuova situazione normativa
L’articolo 26 della bozza della Legge di Bilancio infatti cancella, al comma 1 lettera A, il vincolo della pensione pari o superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale. Di fatto anticipando l’uscita di 4 anni rispetto ai 71 anni per alcuni lavoratori.
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