Cosa cambia con le nuove regole: ecco chi potrà uscire anticipatamente dal mondo del lavoro
L’attuale normativa che disciplina il sistema pensionistico italiano, in determinati casi, consente di poter andare in pensione anticipatamente, anche solo per qualche mese, ma solo a certe condizioni. Chi compirà 67 anni nel 2024, non dovrà così attendere il prossimo anno per poter andare in pensione, dovendosi applicare le regole che hanno preceduto la nuova legislazione e che consentivano di uscire dal mondo del lavoro all’età di 66 anni e 7 mesi. Si tratta di una agevolazione riservata solo ed esclusivamente a determinate categorie di pensionati.
Il Decretone che ha cambiato le regole
Per spiegare come andare in pensione di vecchiaia anticipatamente occorre fornire alcuni chiarimenti. Questa possibilità viene accordata solo a coloro che svolgono lavori particolarmente faticosi e logoranti. A prevedere questa possibilità è stato il famoso “Decretone”, vale a dire il maxi decreto introdotto dal Governo Conte I, che introdusse a sua volta il Reddito di Cittadinanza, insieme a diversi interventi sulle pensioni, fra i quali anche la famosa quota 100.
Cosa prevede il nuovo decreto
Il decreto in questione introdusse anche la cancellazione degli adeguamenti per l’aspettativa di vita relativamente agli addetti che svolgono lavori usuranti. Sostanzialmente quei contribuenti che per attività e mansioni, ricadono nello scivolo per il lavoro usurante con quota 97,6, o per coloro che fruiscono di quota 41 precoci e nell’Ape sociale per lavori gravosi, col decretone si è applicato lo stop all’aumento di 5 mesi dell’età pensionabile di vecchiaia. Ecco perchè a questa tipologia di contribuenti viene concessa la possibilità di lasciare il lavoro a 66 anni e 7 mesi, ma ovviamente con una differenza sostanziale per quanto concerne i contributi versati.
Cosa cambia dal punto di vista contributivo
Col decreto numero 4 del 2019, l’età di 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi, non è più sufficiente per poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Adesso occorre aver accumulato 30 anni di contributi derivanti solo da lavoro effettivo. Pertanto non vengono conteggiati i cosiddetti contributi figurativi, volontari o da riscatto per poter andare in pensione con 5 mesi di anticipo.
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