Chi è rimasto scoperto dal punto di vista contributivo potrà recuperare i contributi non versati pagando anche a rate
Si chiama “Pace contributiva” e rappresenta la scappatoia che l’Inps mette a disposizione dei contribuenti che in passato non hanno versato contributi e che vorrebbero mettersi in regola per andare in pensione anticipatamente. Molti lavoratori, infatti, nel corso della loro carriera hanno attraversato delle fasi in cui sono rimasti scoperti dal punto di vista contributivo per varie vicissitudini. Spesso ci si trova di fronte a carenze contributive che non consentono di poter andare in pensione nonostante la tarda età.
Come funzionerà il nuovo sistema
Il vecchio sistema di “Pace Contributiva” prevedeva la possibilità, almeno per quanto concerne il triennio 2019-2021, di poter iscattare fino a massimo 5 anni di vuoti contributivi per poter conseguire anticipatamente il diritto alla pensione. Anche la nuova Pace Contributiva 2024 consentirà ai lavoratori che hanno periodi di vuoto contributivo di poter pagare un onere per recuperare fino a massimo 5 anni di contributi. L’onere da versare all’ente di previdenza sarà calibrato in base alla retribuzione percepita nelle ultime 52 settimane di lavoro anche tendendo in considerazione l’aliquota contributiva vigente (per il FPLD è il 33%).
Chi potrà beneficiarne
Il nuovo sistema per poter recuperare i contributi non versati potrà essere sfruttato soltanto dai contribuenti che non hanno versato contributi prima del 1996. Questa facoltà potrà consentire di poter riscattare periodi di vuoto contributivo che ricadono nel periodo compreso tra l’anno in cui sono stati versati i primi contributi e l’ultimo anno in cui si è versato almeno un contributo. Per fare un esempio pratico, se il primo contributo è stato versato a maggio 1996 e l’ultimo contributo è stato versato il 31 dicembre 2023, il contribuente potrà riscattare fino a 5 anni dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2023.
Come versare gli oneri
La pace contributiva 2024 consentirà a chi vuole andare in pensione prima, di poter pagare anche a rate gli oneri per il riscatto dei contributi mancanti. Sarà anche possibile scaricare l’onere versato nella dichiarazione, in 5 rate annuali del medesimo importo. La rateizzazione per i pagamenti potrà avvenire fino ad un massimo complessivo di 10 anni di rate e cioè 120 rate, il cui importo, in ogni caso, non potrà mai essere più basso di 30 euro per rata.
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