I pensionati che compiono 67 anni si vedranno cancellate le penalizzazioni legate alla pensione anticipata
Il mese di giugno sarà sostanzialmente piatto sul piano delle novità per quanto concerne i cedolini, in attesa della quattordicesima in programma a luglio. Non è prevista l’erogazione di arretrati o di altri importi aggiuntivi, eccetto gli assegni di alcune categorie di pensionati che hanno raggiunto i 67 anni di età, per via del ricalcolo delle prestazioni pensionistiche. In particolar modo ci stiamo riferendo a coloro che percepiscono l’Ape sociale o che sono andati in pensione con quota 103 nel 2023. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Gli aumenti derivano dalla cancellazione delle penalizzazioni
Sappiamo che la normativa attualmente in vigore prevede delle riduzioni per chi va in pensione anticipatamente senza aver compiuto i 67 anni necessari per la pensione di vecchiaia. Questi tagli rimangono in vigore finchè il pensionato non compie proprio il 67mo anno di vita. Chi va in pensione prima dei 67 anni subisce ovviamente delle penalizzazioni che diventano poi meno gravose una volta raggiunti i 67 anni di età. Proprio la cancellazione delle penalizzazioni porta ad un aumento degli assegni.
I vantaggi per chi compie 67 anni
Con l’Ape sociale, il raggiungimento dei 67 anni di età comporta il ricalcolo della pensione che sarà parametrata in base ai parametri della pensione di vecchiaia proprio a partire dal mese di giugno. Il pensionato così potrà anche beneficiare immediatamente di 7 mesi di tredicesima maturati nel 2024, che saranno erogati a dicembre. In poche parole, per questa categoria di pensionati, il cedolino di giugno sarà più robusto dal punto di vista economico. assegno più sostanzioso anche perchè si aggiungeranno gli assegni familiari o le maggiorazioni sociali, a seconda dei requisiti.
Gli importi previsti
Gli aumenti previsti in base ai ricalcoli che vengono effettuati, possono arrivare fino a 1.500 euro. L’importo ovviamente dipende dalla situazione contributiva del pensionato. I pensionati del 2023 che sono andati in pensione con l’Ape sociale, hanno ricevuto un assegno massimo pari a 5 volte il trattamento minimo INPS. Chi andrà in pensione nel 2024 con quota 103, con 62 anni di età e i 41 anni di contributi, non potrà avere una pensione che può superare i 2.394,44 euro al mese. Ma nel momento in cui compirà 67 anni di età, per gli effetti del ricalcolo, queste restrizioni verranno rimosse e quindi gli assegni lieviteranno.
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