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Perché Andrea Sempio non voleva sottoporsi al test del Dna e la spiegazione sulle telefonate: le parole del legale Massimo Lovati

Perchè Sempio aveva rifiutato di sottoporsi al test del Dna e la giustificazione sulle telefonate a casa Poggi: cosa ha detto il legale Masimo Lovati

Perché Andrea Sempio non voleva sottoporsi al test del Dna e la spiegazione sulle telefonate: le parole del legale Massimo Lovati
Andrea Sempio esce dalla caserma dei Carabinieri Montebello di via Vincenzo Monti accompagnato dai suoi avvocati, Milano 13 Marzo 2025 ANSA/MATTEO CORNER

Andrea Sempio è stato sottoposto a un test salivare per prelevare il DNA

Nuovamente indagato per il delitto di Garlasco in cui è stata brutalmente assassinata il 13 agosto 2007 la giovane Chiara Poggi, Andrea Sempio è giunto in taxi alla Caserma Montebello di Milano alle ore 9:30 di oggi, giovedì 13 marzo 2025, dove è rimasto per un’ora circa. Il 37enne è stato sottoposto a un test salivare per il prelievo forzato del DNA, poiché, all’epoca dei fatti, si era rifiutato di eseguire un prelievo spontaneo, nonostante fosse un amico di Marco, il fratello della vittima. Questo particolare ha fatto sorgere sospetti, ma l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha fornito una spiegazione. Se Andrea non ha proferito parola, il suo legale si è fermato a parlare con i giornalisti, definendo l’indagine del 2017, alla quale era stato sottoposto il suo assistito, una macchinazione. Le sue parole non sono passate inosservate, anzi, hanno prontamente provocato la reazione del legale di Alberto Stasi, l’unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi. E’ quanto riporta Leggo.it.

Perchè Sempio si era rifiutato di sottoporsi al test del Dna

L’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, all’uscita dalla Caserma Montebello ha dichiarato che il suo assistito non si è sottoposto in modo volontario al test perché entrambi volevano un’ordinanza del gip, una figura terza. Secondo il legale, questa scelta si è resa necessaria al fine di garantire un giudizio imparziale, libero da pressioni esterne. Lovati ha anche precisato che non c’era alcun rapporto con la vittima del delitto, Andrea ha semplicemente chiamato casa Poggi per cercare il suo amico, facendo riferimento alle tre telefonate effettuate a casa Poggi mentre il fratello di Chiara era già in partenza per le vacanze. Quando gli è stato chiesto se Sempio fosse a conoscenza della partenza di Marco, ha risposto: “Evidentemente no“. Un elemento che ha sollevato interrogativi tra gli inquirenti è stato lo scontino del parcheggio di Vigevano, che Sempio ha conservato per un anno. Su questo punto, il suo avvocato ha replicato che si tratta di una roba superata, di questioni già archiviate, insomma, tutto superato da tempo.

L’accusa di macchinazione

L’avvocato Massimo Lovati non ha perso tempo nel sollevare delle presunte irregolarità riguardo alle indagini del 2017, affermando che l’istruttoria è stata una macchinazione organizzata dagli investigatori e dai legali difensori di Alberto Stasi, che hanno prelevato clandestinamente il Dna. Ha poi ribadito che il suo assistito è innocente. Quando si è concluso l’incontro in caserma, Lovati ha manifestato il suo fastidio per le domande dei giornalisti, rispondendo a tono di non capire di quali reperti si parli e si vuole paragonarlo a quelli attuali. Ha poi aggiunto che non esistono reperti. Lovati ha voluto anche precisare che il test eseguito su Sempio è consistito soltanto in un tampone salivare, aggiungendo che le impronte erano state prese in precedenza.

Cosa ha replicato la difesa di Stasi

Le dichiarazioni del legale di Andrea Sempio hanno causato la reazione immediata da parte dell’avvocato Antonio De Rensis, legale del condannato Alberto Stasi, che è intervenuto in diretta su Mattino Cinque News, commentando di aver appena sentito qualcuno che, per difendere il proprio cliente ha fatto cenno a una macchinazione, riferendosi così alla Procura della Repubblica. De Rensis ha proseguito asserendo che quelle parole sono musica per le sue orecchie. Non desidera approfittare di una situazione delicata, ma spera solo che, prima o poi, si sentirà dire che la vera macchinazione è la loro. Inoltre, il legale ha detto che ciò che è stato detto sui difensori precedenti non gli interessa, quello che conta è che tali affermazioni vengano immediatamente riportare alla Procura della Repubblica, dato che rappresentano un’accusa molto grave.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.

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