La sindrome che colpisce i suini (e non solo) è arrivata nel nostro Paese, ecco cosa ha chiesto la Confederazione Italiana Agricoltori
La peste suina africana è sbarcata in Italia: il primo caso di questa sindrome è stato riscontrato ad Asti, in provincia di Alessandria, e ha messo in allarme sia gli agricoltori che i consumatori del nostro Paese. Si tratta di un fenomeno assolutamente da non sottovalutare, motivo per cui la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) ha addirittura chiesto allo Stato l’intervento dell’esercito. Ecco cosa sta succedendo e perché, come riportato da Ansa.it.
L’allarme di CIA
“Oggi vediamo un immobilismo totale rispetto a quanto chiediamo da anni per l’eradicazione del problema – hanno tuonato in un comunicato congiunto Gabriele Carenini, Presidente di CIA Piemonte, e Marco Capra, Presidente di CIA Asti – il grido di allarme degli agricoltori non può più cadere inascoltato, bisogna che le autorità competenti intervengano al più presto, senza più tentennamenti, abbattendo il maggior numero possibile di cinghiali. A questo punto ribadiamo che l’unica soluzione possibile è l’impiego dell’esercito“. Il rischio concreto è che, con il diffondersi del virus e l’allargamento della cosiddetta “zona rossa”, si debba arrivare all’abbattimento di numerosi maiali e cinghiali.
Cos’è la peste suina
La peste suina è una malattia virale dei suini (domestici e cinghiali) a elevata contagiosità. La sintomatologia è caratterizzata da febbre elevata, depressione, abbattimento, disidratazione, congiuntivite, vomito, diarrea, cianosi e paresi del treno posteriore. La mortalità può raggiungere il 100% negli allevamenti e, nella forma acuta, l’incubazione può durare dai 3 ai 14 giorni.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.