La premier ha smentito categoricamente l’ipotesi che possa essere approvata una norma che autorizza i pignoramenti diretti sui conto correnti
Negli scorsi giorni era stata battuta da molte agenzie di stampa la notizia di una misura che sarebbe stata introdotta dal governo, che avrebbe consentito all’Agenzia delle Entrate di “mettere mano” dentro ai conti correnti degli italiani che evadono il fisco. Una sorta di pignoramento rapido attraverso i sistemi digitali. Una misura che ha indispettito non solo le opposizioni ma anche molte associazioni dei consumatori.
Il post della Meloni per smentire l’approvazione della misura
Per smentire queste voci che sono circolate in questi giorni la premier, Giorgia Meloni, ha pubblicato un post sul proprio profilo social per smentire ogni illazione in merito, facendo chiarezza una volta per tutte. Una sorta di “avviso ai naviganti”, come ha scritto la stessa premier, in cui si chiarisce che nella legge di Bilancio “non c’è la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate”.
L’indignazione della premier
La presidente del Consiglio ha invitato gli italiani, in particolar modo gli elettori di Fratelli d’Italia, a “non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali” per non farsi opinioni errate sull’operato del governo. Secondo alcune indiscrezioni battute in queste ore dai quotidiani principali, la Meloni sarebbe piuttosto indignata per le indiscrezioni che sono circolate in queste ore, intimando ai parlamentari della maggioranza ad adoperarsi per non fare passare la norma che consentirebbe al fisco di effettuare pignoramenti rapidi tramite prelievi diretti sui conti degli italiani.
La smentita di Salvini
Lo stop sarebbe arrivato nella serata di ieri dopo le stesse pressioni che sono arrivate da Forza Italia e Lega per modificare questa misura. Lo stesso ministro Salvini, aveva rassicurato gli italiani sostenendo che non ci sarebbe stata “nessuna incursione nei conti correnti”, scongiurando il rischio di accessi diretti sui conti dei debitori per recuperare le tasse non pagate.
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