La nuova soluzione sarà diversa da Ape Sociale o Opzione Donna perchè prevederà una decurtazione minore degli assegni
Il governo sta studiando una soluzione alternativa, pensata ad hoc solo per le donne, per uscire dal mondo del lavoro in anticipo con soli 20 anni di contributi e 64 anni di età. Si tratta di una soluzione che nulla ha a che vedere con l’Ape social o Opzione Donna, anche perchè dovrebbe avere una decurtazione minore dell’assegno, rispetto a chi va in pensione a contributi pieni. Tra le altre soluzioni che il governo ritiene praticabili per mandare prima le donne in pensione, vi è anche l’aumento delle pensioni minime o il part time negli ultimi due anni di lavoro.
Le ipotesi per il 2024
Nel 2022 alle donne veniva accordata la possibilità di uscire anzitempo dal mondo del lavoro grazie al ricalcolo contributivo dell’assegno con 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome ma solo con 35 anni di contributi versati. Nel 2023 sono state introdotte ulteriori agevolazioni con 35 anni di contributi per le donne alle quali è riconosciuta una invalidità civile almeno al 74% o che assistono un parente invalido. Per l’anno 2024 si stanno pensando ad ulteriori scivoli per mandare le donne in pensione anticipatamente, con una finestra tra i 60 e i 63 anni di età con 35 anni di contributi maturati.
Gli aumenti in arrivo
Vi è anche un’altra ipotesi allo studio e cioè quella di attribuire la pensione all’età di 63 anni e 20 di contributi con ricalcolo contributivo dell’assegno. Intanto, per i pensionati sono in arrivo degli aumenti che verranno riconosciuti in base al ricalcolo dovuto all’inflazione dello scorso anno che è stata maggiore rispetto a quanto preventivato dal governo. Chi riceverò l’assegno pensionistico avrà diritto al conguaglio in virtù della maggiore inflazione che sarà versato con la mensilità di gennaio 2024, anche se il governo sta pensando di anticipare il pagamento a dicembre 2023.
La maggiorazione degli assegni
L’importo di maggiorazione dell’assegno dovrebbe aggirarsi tra i 50 euro e i 200 euro a seconda dell’importo dell’assegno. Mentre l’inflazione nel 2022 era stata stimata al 7,3%, il calcolo esatto ha rilevato che la reale inflazione era stata dell’8,1%, pertanto gli assegni pensionistici potranno beneficiare di un recupero dell’inflazione che sarà pari allo 0,8%.
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