Sciopero supermercati, molti punti vendita rischiano di rimanere chiusi il 25 aprile: ecco il motivo

Il problema evidenziato dai sindacati non è solo quello salariale, ma anche la querelle sull'abuso dei contratti a termine

Sciopero supermercati
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Ecco i motivi dello scontro tra sindacati e Federdistribuzione che potrebbe determinare una nuova astensione dei lavoratori

Dopo lo sciopero del sabato di Pasqua, i sindacati che tutelano i diritti dei lavoratori dei supermercati, potrebbero nuovamente scendere sul piede di guerra con una nuova mobilitazione che è già stata annunciata per la giornata del 25 aprile. Dopo il mancato accordo per il rinnovo dei contratti /che non vengono rinnovati dal 2019 nonostante l'inflazione galoppante) adesso i lavoratori che aderiscono a Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, sono pronti ad incrociare nuovamente le braccia, se la situazione non dovesse sbloccarsi a breve.

Il motivo della protesta

Nel mirino dei sindacati c'è soprattutto l'atteggiamento della controparte, il sindacato della Gdo, Federdistribuzione, che annovera alcune catene di distribuzione largamente diffuse in Italia come Esselunga, Coin e Carrefour. In tutto sono circa 300mila i lavoratori e le lavoratrici interessate dalla mobilitazione del 25 aprile. Il grande paradosso evidenziato dai sindacati dei lavoratori è che mentre tre dei quattro grandi contratti collettivi del terziario e del commercio sono stati rinnovati con un adeguamento salariale medio di circa 240 euro mensili, con Federdistribuzione questo accordo non è stato ancora raggiunto.

I nodi dello scontro tra sindacati e Federdistribuzione

Il problema evidenziato dai sindacati non è solo quello salariale, ma anche la querelle sull'abuso dei contratti a termine. Molti lavoratori continuano a lavorare per alcune note catene di distribuzione ormai da circa 5 anni con contratti a termine. Trattandosi di un settore dove già gli stipendi sono piuttosto bassi, il nodo delle tutele e della precarietà, diventa ancora di più intollerabile, senza contare altri aspetti non secondari come il disagio del lavoro domenicale o nei festivi.

I rischi paventati dalle sigle sindacali

Secondo quanto hanno riferito le stesse sigle sindacali, Federdistribuzione vorrebbe barattare l'aumento dei salari con la concessione dell'introduzione di nuove figure professionali con un inquadramento più basso e salari inferiori. In questo modo si andrebbe incontro ad un ulteriore abbassamento del costo del lavoro, con l’obiettivo di mantenere alta la produttività e la redditività d’impresa. La speranza dei sindacati è che le catene di distribuzione si smarchino dalla posizione di Federdistribuzione, come ha fatto recentemente Lidl che ha deciso a sorpresa di applicare il contratto di Confcommercio.


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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.