"Scuole aperte solo da ottobre in poi...", la nuova proposta shock che divide il mondo della scuola
Una richiesta forte e precisa sulla quale le istituzioni dovranno riflettere a lungo prima di prendere una decisione
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La proposta è stata presentata al Ministero dell'Istruzione: ecco cosa prevede
Il caldo asfissiante che presumibilmente si protrarrà anche a settembre inoltrato, ha indotto i sindacati a prendere una netta posizione a favore della modifica radicale dei calendari scolastici, in considerazione dei cambiamenti climatici in atto. Sindacati e associazioni, hanno chiesto al ministero dell'Istruzione di intercedere col governo al fine di spostare in avanti l'inizio delle lezioni.
La proposta
“Con questa afa – ha spiegato Marcello Pacifico, presidente dell'Associazione nazionale insegnanti e formatori – è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre, meglio ottobre. Ci vuole buon senso e lungimiranza. Anche i cicli produttivi devono cambiare e la pubblica amministrazione deve avviare questi cambiamenti secondo il clima". Una richiesta forte e precisa sulla quale le istituzioni dovranno riflettere a lungo prima di prendere una decisione.
La pronta replica
Non tutti però hanno accolto favorevolmente questa proposta, apparentemente di buon senso. Ad esempio numerose associazioni di genitori, hanno rigettato in toto lo slittamento dell'inizio delle scuole ritenendo già eccessivi tre mesi di chiusura delle scuole, dai primi di giugno ai primi di settembre. Lo slittamento ad ottobre infatti rappresenterebbe un vero e proprio problema per i tanti genitori che devono rientrare al lavoro e non possono sobbarcarsi gli ulteriori costi legati a badanti e centri estivi.
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La posizione delle famiglie
“La lunghissima pausa scolastica – spiegano i firmatari di una petizione che ha già raccolo 60mila firme – moltiplica le disuguaglianze, favorisce la perdita di competenze cognitive e relazionali di bambine, bambini e adolescenti”. Fra l'altro, secondo questa petizione, prolungare la chiusura delle scuole rappresenterebbe un vero salasso per le famiglie costrette a dover ripiegare su altre strutture a pagamento, ove lasciare i propri figli. Un vero rompicapo per il governo, al quale spetta il compito di rimodulare i calendari conciliando le esigenze di tutti.
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