Andare in pensione con l’Ape Sociale comporta delle rinunce non indifferenti oltre a dei limiti importanti anche sul piano economico
Andare in pensione anticipata a 63 anni, per quanto possa apparire un sogno, in realtà comporta dei sacrifici economici non indifferenti, indipendentemente dal fatto che si vada in pensione anticipatamente con la legge Fornero o se si vada in quiescenza con le deroghe previste dall’ordinamento vigente, come Opzione Donna o Ape Sociale. Per andare in pensione con Ape Sociale, basta aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età ed aver versato contributi per almeno 28 anni (e comunque fino a 36 anni). In questo caso si andrà a percepire una indennità che accompagnerà il lavoratore fino alla pensione vera e propria.
Ape Sociale, pochi vantaggi per i lavoratori
Il meccanismo di Ape Sociale, se lo si analizza in maniera scrupolosa, in realtà non presenta molti vantaggi, se non quello di non dover più lavorare già all’età di 63 anni e 5 mesi di età. Il contribuente non maturerà una vera e propria pensione, ma solo un’indennità mensile temporanea che si basa sul montante contributivo accumulato fino a quel momento. Si tratta fra l’altro di una misura che non prevede l’erogazione di maggiorazioni come tredicesima e quattordicesima. Quando il contribuente matura i requisiti per la pensione di vecchia, l’Ape Sociale cessa di esistere. Ma intanto fino ad allora chi beneficia di questa prestazione non può svolgere alcun tipo di attività professionale. Non sono neanche ammessi contributi figurativi per maturare una pensione futura più ricca.
Gli altri limiti dell’Ape Sociale
Oltre ai limiti sopra citati, la cifra liquidata come anticipo pensionistico non può eccedere la soglia dei 1.500 euro al mese. Solo al raggiungimento dei 67 anni di età, il contribuente potrà ottenere una pensione piena in base ai contributi versati. Pertanto coloro che maturano una pensione ben superiore a 1.500 euro mensili, dovranno accontentarsi di una cifra più bassa almeno fino a quando non matureranno la pensione di vecchiaia. Si tratta di un’altra rinuncia molto importante, soprattutto tenendo conto che il costo della vita è molto aumentato negli ultimi anni.
Gli altri fattori da tenere in considerazione
Ma c’è un altro fattore che bisogna considerare quando si va in pensione con l’Ape sociale e cioè la rivalutazione. All’Ape Sociale, a differenza della pensione, non viene applicata la perequazione automatica annuale. L’incremento periodico, infatti, è previsto per le pensioni dirette e indirette e non per queste misure temporanee. Quindi l’indennità e la pensione futura, se il costo della vita aumenta, tende a svalutarsi. Insomma, le penalizzazioni e i mancati guadagni sono davvero tanti. Ecco perchè occorre rifletterci molto prima di andare in pensione anticipatamente.
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