Sharon Verzeni uccisa a coltellate, lungo il tragitto non chatta e non telefona: "Si pensa a..."

Omicidio di Sharon Verzeni a Bergamo, gli inquirenti seguono la pista dell'attacco improvviso: tutti i dettagli

Si chiamava Sharon Verzeni la donna uccisa la scorsa notte a Terno d'Isola, in provincia di Brescia, e di professione faceva l'estetista. Era originaria di Bottanuco e da tre anni viveva a Terno d'Isola. FACEBOOK / Sharon Verzeni + ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA + NPK
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Le ultime notizie sul caso Sharon Verzeni: la nuova pista sulla scomparsa della 25enne lombarda

Continua a tener banco il caso Sharon Verzeni, la donna di soli 25 anni che è stata trovata senza vita il 17 agosto, brutalmente accoltellata nella sua abitazione a Vertova, in provincia di Bergamo. La vicenda ha scosso profondamente la comunità locale e ha subito attirato l’attenzione degli inquirenti, i quali da giorni sono impegnati nel tentare di ricostruire le ultime ore di vita della ragazza. Le indagini hanno finora portato a identificare circa venti persone da interrogare per ottenere informazioni cruciali sul caso, ma una particolare pista sembra avere maggiore rilevanza rispetto alle altre, come riportato da Corriere.it.

L'ipotesi di attacco fulmineo

Gli investigatori stanno considerando seriamente la possibilità che Sharon sia stata vittima di un attacco fulmineo. Si sospetta che l'assassino possa averla sorpresa in un momento di vulnerabilità, colpendola con una tale rapidità da non darle il tempo di reagire. Questo scenario spiegherebbe l'assenza di segni di lotta o di una possibile fuga: Sharon potrebbe non aver avuto il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo. Gli inquirenti stanno ora concentrando le loro ricerche sulle venti persone che potrebbero avere informazioni utili per risolvere il caso.

No chiamate né chat

Un elemento che rafforza l'ipotesi dell'attacco improvviso è il fatto che, durante il tragitto che l'ha portata alla tragica fine, Sharon non ha effettuato chiamate né inviato messaggi. La sua attività telefonica risulta del tutto assente nei minuti cruciali prima dell'aggressione, il che suggerisce che la ragazza non si sentisse minacciata o in pericolo. Se avesse percepito un rischio, è probabile che avrebbe cercato di contattare qualcuno o di chiedere aiuto, cosa che invece non è avvenuta. Questo dettaglio ha portato gli investigatori a pensare che l'assalitore l'abbia sorpresa all'improvviso, senza darle la possibilità di reagire o di chiedere soccorso.


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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.