Strage di Paderno Dugnano, un’altra rivelazione
Questa tragica vicenda è entrata nell’occhio del ciclone. Ogni giorno spunta un elemento o un dettaglio nuovo. Stiamo parlando della strage di Paderno Dugnano che ha colpito particolarmente tanti italiani che riescono a seguire gli sviluppi degli interrogatori con le notizie che trapelano e che vengono riportate dai siti online, da giornali, radio e tv.
La custodia cautelare e cosa ha svelato l’assassino
Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto del 17enne Riccardo Chiaroni, reo confesso di triplice omicidio, per aver ucciso il papà Fabio di 51 anni, la mamma Daniela di 49 e il piccolo Lorenzo di 12 anni, nella notte tra il 31 agosto e l’1 settembre, al cui termine la gip Laura Margherita Pietrasanta ha disposto la custodia cautelare in carcere. Una ricostruzione che è iniziata con il racconto delle vacanze estive, quando il suo senso di estraneità, come riporta Fanpage.it, soprattutto verso la famiglia, si sarebbe acuito fino ad arrivare al pensiero, poi messo in atto, di sterminare con 68 coltellate la sua famiglia, per sentirsi libero e rendersi autonomo. “Già la sera prima volevo farlo ma non ero convinto – racconta Riccardo al pm,- il pensiero mi è rimasto dentro tutto il giorno, poi è esploso e l’ho fatto”.
Cosa ha sottolineato la gip
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, la gip ha sottolineato come, oltre alla “singolare ferocia e l’accanimento nei confronti delle vittime”, il 17enne abbia mostrato anche una “propensione a cambiare e ‘aggiustare’ la versione dei fatti”. Infatti, quando la notte dell’1 settembre i carabinieri hanno raggiunto la villetta di Paderno Dugnano, hanno trovato il ragazzo seduto sul muretto di casa, sporco di sangue e con il coltello in mano. In un primo momento ha pensato di far ricadere le colpe sulla madre, ma poi accusa il padre. Poche ore dopo, però, il 17enne è crollato e ha confessato tutto. Tuttavia, anche in questa versione ci sarebbero stati degli elementi in conflitto tra loro. Come sottolinea Fanpage.it, Per esempio, l’individuazione del momento esatto in cui avrebbe valutato concretamente la possibilità di uccidere la sua famiglia. All’inizio, al pm ha detto di averci pensato già la sera prima del compleanno del padre “ma non ero convinto, non me la sentivo”, poi questo pensiero fisso “è esploso e l’ho fatto”. Alla gip, invece, ha detto di aver pensato di accoltellare tutti solo la sera della festa.
E il movente? In questo caso la pista sembra essere abbastanza chiara. La giudice sostiene che il ragazzo killer aveva un desiderio di rendersi autonomo e questo era ostacolato dalla sua famiglia. “Pensavo che distaccandomi dalla mia famiglia avrei potuto vivere in solitaria“, ha detto il ragazzo che aveva intenzione anche di andare a fare il volontario in zone di guerra, come in Ucraina: “Pensavo alle guerre e mi commuovevo riflettendo su queste situazioni, tutto ciò non lo vedevo in amici e famigliari“, sosteneva, troppo concentrati sulle “cose materiali”.
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Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.