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TARI, questi contribuenti potranno richiedere uno sconto del 30 percento sull’imposta

Secondo la sentenza pronunciata dalla Commissione Tributaria di Massa Carrara il calcolo della Tari sulle seconde case deve essere basato sulla quantità di rifiuti prodotti

TARI, questi contribuenti potranno richiedere uno sconto del 30 percento sull’imposta
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La nuova sentenza della Commissione Tributaria di Massa Carrara destinata a cambiare la modalità di calcolo

Una recente sentenza pronunciata dalla Commissione Tributaria di Massa Carrara è destinata a fare felici tanti contribuenti italiani che pagano la Tari e che hanno almeno due case. La pronuncia della commissione toscana ha di fatto stabilito che, quando la casa viene utilizzata solo per periodi molto limitati, i contribuenti devono beneficiare di uno sconto di almeno il 30% sulla tassa ordinaria. Pertanto, chi utilizza la seconda casa solo per un periodo di tempo limitato, può chiedere al proprio comune di appartenenza di pagare una cifra ridotta.

Cosa ha stabilito la sentenza

Secondo la Commissione Tributaria di Massa Carrara, infatti, è da considerare illegittimo che il non residente paghi il medesimo importo di Tari rispetto a chi vive 365 giorni l’anno nella stessa casa e quindi produce una quantità maggiore di rifiuti nell’arco dell’anno. Una sentenza che di fatto ha applicato il principio secondo il quale “chi inquina paga”. Ovviamente questo principio non si applica in ogni caso, ma vanno tenute in considerazioni alcune situazioni ben determinate di cui parleremo in seguito.

Come effettuare il calcolo

Lo sconto si applica solo nei casi in cui, chi possiede la seconda casa, sia nella condizione di dimostrare che nell’appartamento in questione non ci vive nessuno. Secondo la sentenza pronunciata dalla Commissione Tributaria di Massa Carrara il calcolo della Tari sulle seconde case deve essere basato sulla quantità di rifiuti prodotti. Il comune, dunque, non può calcolare la tassa per i non residenti allo stesso modo di residenti che ci vivono tutto l’anno. La sentenza applica il principio sancito nella direttiva UE n. 2008/98/CE, secondo cui “chi inquina paga”.

Come dimostrare al fisco che la casa non è abitata

Il contribuente che vuole fare valere il principio sancito dall’Ue, dovrà in ogni caso dare la completa prova dei fatti, dimostrando che nell’abitazione non sono attive le utenze di luce, gas e acqua. Dovrà anche dimostrare che l’immobile non è arredato. Pertanto solo l’assenza di arredi e di allacci ai servizi a rete, rappresentano quelle circostanze di fatto che fanno escludere l’immobile dalla Tari piena. Spetterà al comune effettuare le verifiche per accertarsi che la casa sia sfitta e disabitata.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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