Tragedia Firenze, crollo del cantiere
Tiene banco su tutti i tg, sulla carta stampata e naturalmente nell’informazione online, la tragedia avvenuta a Firenze venerdì mattina 16 febbraio, che si è materializzata con il crollo del cantiere dove è in corso la costruzione di un supermercato Esselunga, nell’area dell’ex Panificio militare. Le persone morte sono cinque e sono ancora in corso le ricerche per recuperare il sesto operaio disperso.
La trave e la nuova ipotesi
La trave che ha causato la strage, lunga 20 metri e dal peso di 15 tonnellate è al centro delle indagini condotte dalla procura di Firenze. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, al momento del crollo non era ancora stata fissata al terreno. A sostenere ciò, l’azienda Rdb Italfabbricati, nota nel settore dei capannoni prefabbricati industriali, che ha costruito la chiave.
Le indagini condotte della procura di Firenze si sono concentrate su due reati principali: disastro colposo e omicidio colposo plurimo. La Rdb ha sostenuto che “il personale della ditta non aveva ancora concluso il fissaggio della trave quando operai di un’altra società avrebbero avviato la gettata di cemento nella stessa area, all’ultimo piano della struttura.
Gli operai in nero
Ma le domande che ci si pone non finiscono qui. Ci sono anche seri problemi legati alle leggi sul lavoro e sull’immigrazione. Secondo le indagini preliminari, uno dei lavoratori che hanno perso la vita, non aveva il permesso di soggiorno che gli era stato negato nel 2020. Anche un altro lavoratore ha presentato domanda di protezione internazionale in una situazione simile, annullata nel gennaio 2023, nonostante i ricorsi. Inoltre, il sindacato dice che molti lavoratori non hanno contratti a lungo termine e non ricevono la formazione necessaria.
Sicurezza? Persone poco affidabili
Sulla questione sicurezza nel cantiere dell’Esselunga di Firenze si è espressa anche la sorella di Luigi Coclite, l’autotrasportatore sessantenne morto nel crollo di venerdì. “La sicurezza in quel cantiere? La qualità dei lavori e del materiale usato parla da sé. Forse sono stati eseguiti da persone e ditte poco affidabili”, ha accusato Simonetta di 47 anni, dalle pagine del Corriere. La donna, parrucchiera a Modena, è stata informata della morte del fratello telefonicamente dalla cognata. La parte più difficile è arrivata quando la famiglia ha dovuto comunicare alla madre ottantenne la tragedia, che già nel 2018 aveva perso un’altra figlia a causa di un male incurabile. “Non so come io abbia trovato la forza di dirglielo. Ora ha alti e bassi, dice: “senza Luigi non ha più senso vivere“.
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