Con un comunicato, la Ferrero ha chiarito che i prodotti analizzati finora sono risultati privi di salmonella
Cresce di ora in ora la preoccupazione in Francia per i 15 casi sospetti di salmonellosi che hanno riguardato pazienti dell’età media dai 4 agli 8 anni e che sarebbero legati (anche se al momento non ci sono prove concrete al riguardo) al consumo di ovetti Kinder. Il sospetto, secondo gli esperti, sarebbe quello legato alla presenza di salmonella nella stessa cioccolata che compone gli storici ovetti della Ferrero. Un’allerta che segue a pochi giorni quella che ha riguardato le pizze Buitoni prodotte da un’altra azienda italiana, che avrebbero causato almeno il decesso di due bambini. I prodotti in questione realizzati da Ferrero sarebbero stati prodotti tutti all’interno dello stabilimento di Arlon in Belgio.
Il ritiro precauzionale e il comunicato di Ferrero
L’azienda italiana ha già provveduto a richiamare diversi prodotti a marca Kinder mentre si apprende che la direzione generale della salute pubblica francese ha adombrato il sospetto che questi prodotti possano contenere il batterio della salmonella. In tutto sono 15 casi di infezione registrati mentre altri 6 devono sono in fase di accertamento. I bambini finiti in ospedale per accertamenti sono 8 dall’età media di 4 anni. Per fare chiarezza sulla vicenda la Ferrero ha emesso un comunicato nella serata di lunedì, in cui ha specificato che in nessuno dei prodotti Kinder immessi sul mercato francese sono state rilevate tracce di salmonella e che non sono stati presentati reclami da parte dei consumatori.
Ritirati in Italia anche alcuni lotti di Shoko Bons
In via precauzionale però l’azienda, anche tenuto conto dei possibili legami tra la salmonellosi e cioccolato, ha provveduto al ritiro e richiamo di centinaia di tonnellate di prodotti dolciari. In via precauzionale, la Ferrero ha anche provveduto a ritirare in Italia gli Shoko Bons prodotti nello stabilimento belga. Va però precisato che, al momento, nessun prodotto risulta contaminato da salmonella. La decisione presa dal Gruppo Ferrero, è assolutamente volontaria e precauzionale è in linea, «con i valori che da sempre guidano il Gruppo, quali la massima priorità alla tutela del consumatore, alla qualità e alla sicurezza alimentare dei propri prodotti», come si legge nel comunicato emesso dalla stessa azienda italiana. CONTINUA A LEGGERE…
Il caso Buitoni
La vicenda segue di pochi giorni quella relativa alle pizze della gamma fraich’up prodotte da Buitoni. Secondo quanto affermato dalle autorità sanitarie francesi, le pizze sarebbero state contaminate dal batterio dell‘Escherichia Coli. Su questa vicenda è intervenuta la Nestlè proprietaria del marchio Buitoni che ha affermato di non essere in possesso di informazioni che stabilirebbe un nesso diretto tra la contaminazione e i prodotti, ma si è dichiarata pronta a rimettersi completamente in causa.
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