Dopo un inverno anticiclonico la primavera non ha portato molto di diverso fin ora
Dopo un inverno trascorso per gran parte all’insegna di un sempre presente Anticiclone azzorriano sul Mediterraneo e sulla nostra Penisola, che ha lasciato ben poco spazio non solo al freddo, ma anche e soprattutto alle piogge, la primavera in atto non sta portando grosse novità su questo fronte. Il mese di marzo è infatti risultato solo per la prima parte piuttosto perturbato, successivamente gli episodi di maltempo si sono sempre contati sulle dita di una mano e non sempre hanno interessato tutto il nostro Paese, anzi: spesso si sono rivelate piuttosto rapide e non hanno avuto tempo materiale per portare accumuli cospicui nelle aree coinvolte.
Aprile, 20 giorni di Alta pressione prima di qualche pioggia
Si è concluso un aprile decisamente secco sull’Italia: il giudizio sommario può esserci concesso nonostante ancora non siano stati rielaborati i dati e calcolate le anomalie sia termiche che pluviometriche, dal momento che le prime due decadi sono passate interamente sotto gli effetti dell’Alta pressione di origine africana sulla nostra Penisola. Ciò ha spesso provocato non solo l’assenza di pioggia, se non per un rapido peggioramento intorno Pasquetta durato neanche 36 ore, ma anche una certa costanza nelle temperature ad andare oltre la media del periodo, soprattutto lungo le regioni settentrionali, come abbiamo più volte ribadito nel corso di quest’ultimo mese.
E maggio non è iniziato molto diversamente
Il mese di maggio non sembra essere iniziato molto diversamente rispetto a quanto vissuto in aprile, ma anche in mesi precedenti. Notiamo sicuramente un deciso abbassamento del flusso atlantico verso il continente europeo, ma insiste nel Mediterraneo la presenza di un robusto campo anticiclonico di matrice africana che respinge qualsiasi tentativo da parte delle saccature di maltempo di affondare sul nostro Paese, facendole scivolare sulla Penisola balcanica. E’ così che oggi e nei passati giorni qualche nota di maltempo si è comunque potuta apprezzare in Italia, in mezzo ad un mare di stabilità, con i flussi instabili provenienti dai quadranti orientali.
La situazione più critica si presenta al centro, con un deficit pluviometrico superiore al 50%
Stando ad un veloce confronto dei dati pluviometrici attuali degli esclusivi capoluoghi di regione rispetto alle medie trentennali di riferimento effettuato dallo scrivente, emerge che la situazione più critica si vive forse al centro Italia, dove considerando i dati di Firenze, Roma, Perugia, Ancona, L’Aquila e Cagliari, il deficit pluviometrico raggiunge il 50,7%. La situazione peggiore la vive L’Aquila con un deficit del 69,6%, mentre quella “migliore” è di Ancona, con un deficit del 32,8%. A Roma l’anomalia pluviometrica corrisponde a -56,2%.
Tutti i capoluoghi di regione italiani sono in deficit di pioggia, effetti sulla stagione degli incendi
Abbiamo detto che la situazione forse più critica dai dati raccolti dai soli capoluoghi regionali ce l’hanno probabilmente le regioni centrali, ma tutti i capoluoghi di regione italiani registrano un deficit pluviometrico spesso non indifferente. La situazione migliore la vive la città di Genova con solo il 13,7% delle piogge in meno registrate rispetto al normale. Ciò nell’immediato potrebbe non avere effetti visibili, a parte qualche grattacapo nel settore agricolo. Per quanto riguarda l’estate, se le cose da qui alla bella stagione non dovessero cambiare, potremmo andare incontro ad una stagione degli incendi tra le più attive degli ultimi anni.
Sono un appassionato di meteorologia fin dall'adolescenza, laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Durante questi anni ho gestito diverse pagine Facebook che trattano di meteorologia, facendo inoltre l'articolista a livello amatoriale di un portale che si occupa proprio della materia.
