Un trimestre invernale da dimenticare per gli appassionati di freddo e neve
Il trimestre invernale che si è concluso con il 29 di febbraio quest’anno, è stato un trimestre totalmente da dimenticare per gli amanti del freddo e della neve o di coloro che comunque sono appassionati di sport invernali. Questo perché di freddo e neve non se ne sono proprio visti né sulla nostra Penisola, né sull’intero continente europeo, dove a prevalere sono state le più miti correnti oceaniche provenienti dai quadranti occidentali.
Vortice polare da record, sempre compatto e accentrato nella propria sede naturale
Le cause di un inverno non inverno sono da ricercare essenzialmente nel vortice polare, risultato, come spiegato molte volte anche durante la stessa stagione invernale, spesso compatto e arroccato nella propria sede naturale. Questo è stato evidente anche da un indice AO che ha battuto il precedente record positivo, risalente all’inverno 1989/90 che fu stato altrettanto mite. Tuttavia, con il decorso stagionale, seppur un po’ in ritardo, sembrano esserci importanti novità.
Decorso stagionale determinante nell’indebolimento fisiologico del vortice polare
Come sempre, dopo tutte le annate in cui il vortice polare è risultato piuttosto compatto, a seguire c’è stata sempre una buona parte di primavera piuttosto instabile. Non è un caso che avvenga questo, ma ci sono dei motivi fisiologici dietro: il vortice polare infatti, con l’invecchiamento della stagione invernale tende sempre a subire un fisiologico indebolimento. Questo è più o meno tardivo dipendentemente principalmente da quando è stata varcata la soglia NAM (che sancisce la chiusura del vortice polare) e soprattutto che soglie ha raggiunto.
Le onde planetarie assalgono ora il vortice polare
Le onde planetarie assalgono in quest’ultimo periodo il vortice polare: si verifica un’azione combinata soprattutto tra l’Anticiclone pacifico e quello azzorriano, che vanno a disturbato il vortice polare proprio in un momento già critico per tale struttura, come spiegato nel precedente paragrafo. Ciò infatti avrà come conseguenza un visibile dislocamento del vortice polare a livello troposferico, vediamo cosa significa e cosa comporta.
Vortice polare dislocato in sede siberiana con asse favorevole
Il vortice polare appare dislocato in sede siberiana dai principali centri di calcolo, come è evidente anche dall’immagine utilizzata come copertina del corrente articolo. Questo significa che il serbatoio più freddo è contenuto in Siberia, la dove provengono le ondate più fredde per l’Italia e per l’intero continente europeo. L’asse è favorevole ed è disposto nord/sud, puntando esattamente il continente europeo come da immagine di copertina. Il che getterebbe i presupposti per il frequente arrivo del freddo e della neve a bassa quota, cosa che non è successa nel corso dell’ultimo trimestre invernale.
Sono un appassionato di meteorologia fin dall'adolescenza, laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Durante questi anni ho gestito diverse pagine Facebook che trattano di meteorologia, facendo inoltre l'articolista a livello amatoriale di un portale che si occupa proprio della materia.