Momentanea tregua dalle piogge in Italia
Nella giornata odierna osservando il quadro sinottico che interessa esclusivamente il bacino del Mediterraneo, l’Alta pressione che nei passati giorni ha avvolto praticamente tutta la nostra Penisola è ora in vistoso arretramento grazie alla progressione di una saccatura di origine nordatlantica in arrivo dai quadranti occidentali che nella prima parte di oggi domenica 10 maggio ha portato qualche pioggia sparsa e di debole intensità sul versante tirrenico centrale, sull’Umbria e sulle regioni nordoccidentali, Lombardia inclusa. I fenomeni sono cessati, ma a partire dalla sera o tarda sera odierna si rimanifesteranno in maniera anche più intensa a partire dai settori più nordoccidentali e dalla Sardegna.
L’emergenza climatica allerta ancora una volta gli scienziati
Il mondo si è fermato, ma quello scientifico in questi mesi ha continuato a lavorare anche in smart working per far fronte alla vastità dei problemi e delle potenziali future emergenze (anche imminenti) che l’Italia e il globo intero potrebbero dover affrontare. Sebbene l’opinione pubblica è infatti attualmente orientata tutta verso l’emergenza sanitaria riguardante il coronavirus, la scienza non si è fermata a lavorare solo su un punto, questo per evitare di farsi trovare impreparata su altri fronti. In particolare, come spesso si dibatteva anche prima dell’insorgenza di questo virus, c’è l’emergenza climatica che viene spesso sottovalutata e su cui gli scienziati ultimamente si mostrano davvero molto preoccupati.
Emergenza climatica potrebbe sfociare anche in una sanitaria
Secondo uno studio recente e pubblicato dal sito “greenme.it” i cambiamenti climatici volti ad un riscaldamento dell’intero globo non porterebbero effetti tangibili solo dal punto di vista prettamente climatico, come lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello dei mari, ma porterebbero anche degli effetti “collaterali” che potrebbero riguardare l’ambito sanitario. Il riscaldamento in atto potrebbe infatti favorire l’adattamento della zanzara “Aedes aegypti” portatrice di alcuni virus quale ad esempio la febbre gialla, su latitudini più settentrionali, e non sarebbero escluse quelle europee.
Il virus della febbre gialla potrebbe tornare in Europa entro il 2030
Secondo ciò che dicono gli scienziati e che ha riportato il medesimo sito, la febbre gialla potrebbe tornare in Europa entro il 2030, ma la zanzara “Aedes aegypti” non è portatrice solo di questo virus: essa potrebbe trasmetterne altri quali dengue, zika e chikungunya. La preoccupazione è relativa al fatto che nonostante il lockdown, molti Paesi della fascia tropicale starebbero registrando un aumento delle epidemie di questi virus. I primi campanelli di allarme si sono avuti quando due casi di dengue hanno colpito la città di Bologna nel 2015, in quel caso però si attivò un immediato protocollo che è riuscito subito a limitare il problema.
Sono un appassionato di meteorologia fin dall'adolescenza, laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Durante questi anni ho gestito diverse pagine Facebook che trattano di meteorologia, facendo inoltre l'articolista a livello amatoriale di un portale che si occupa proprio della materia.