Primi segni di cedimento del Vortice Polare: FREDDO eNEVE tra le possibili conseguenze?
METEO – L’Inverno 2019-2020 continua ad essere caratterizzato in questi giorni ancora da una profonda anomalia termica positiva e per il momento i principali centri di calcolo sul breve-medio termine non mostrano particolari scossoni o sblocchi significativi. Tuttavia, qualcosa sembra iniziare a muoversi per quanto riguarda le ultime dinamiche stratosferiche. Il profondo vortice polare che continua a non mostrare segni di particolare cedimento, potrebbe però essere il protagonista assoluto di importanti cambiamenti e novità nel mese di febbraio. L’aggiornamento di questa mattina da parte del centro meteorologico berlinese, mostra nel lungo termine una ripartenza più netta da parte dei flussi di calore. Questo significherebbe una maggiore facilità di trasporto di aria più calda dalla troposfera alla troposfera, materializzando così disturbi più significativi al VPS. Quali potrebbero essere le conseguenze?
Due scenari possibili: dal displacement alla bilobazione, ecco cosa potrebbe succedere sul continente europeo a febbraio
Apparentemente sono due gli scenari possibili. Il primo quello di un displacement da parte del Vortice Polare sul settore Euroasiatico, che garantirebbe comunque la discesa di masse di aria fredda dal Polo verso latitudini inferiori e di conseguenza anche su buona parte del continente europeo. L’eventuale coinvolgimento della nostra Penisola sarà poi necessario verificarlo in una fase successiva.
La seconda ipotesi, quella più ”ottimista” per gli amanti del freddo
Il secondo scenario possibile, probabilmente il più ”freddo” in prospettiva è certamente quello di una bilobazione dello stesso VPS. Una possibile azione a due onde (Wave 1 e Wave 2) potrebbe mettere in forte difficoltà la trottola in stratosfera e la conseguente divisione in due lobi: uno sul settore canadese e l’altro sul settore Euroasiatico. Questo scenario non escluderebbe maggiori possibilità di assistere ad una retrogressione fredda sul continente europeo rispetto ad un’azione meridiana che sarebbe invece più probabile nel primo scenario proposto.
Si tratta di ipotesi o semplici possibilità per assistere ad un cambio di marcia che tuttavia arriverebbe già in pieno ritardo. L’Inverno meteorologico si appresta a giungere al terzo mese di vita, senza mai aver mostrato benchè minimo segnale di ripresa. Le principali emissioni modellistiche infatti sono state piuttosto concorde sul presentare scenari caratterizzati da una corrente a getto mai doma e alternanza tra lunghi periodi anticiclonici e brevi impulsi atlantici sul nostro paese. Di fatto si tratta di un vero e proprio ”Inverno che non c’è”, con temperature ben al di sopra della media stagionale (specie nei valori massimi) e freddo relegato alle sole vallate interne delle zone pianeggianti. Troppo poco per evitare di catalogare questa stagione invernale come una delle peggiori degli ultimi 10-15 anni.
Resta dunque viva un’unica speranza per tutti gli amanti del freddo: l’eventuale rotazione dell’asse del VPS favorirebbe le azioni meridiane in grado di portare freddo e neve fino a bassa quota sulla nostra Penisola. Saranno necessari tuttavia nuovi aggiornamenti tra la fine del mese e l’inizio di febbraio, che secondo il centro europeo potrebbe proseguire ancora una volta con temperature ben al di sopra della media stagionale.
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