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INVERNO – quando la stagione non decolla si guarda alla stratosfera e agli STRATWARMING, ecco perché

METEO INVERNO: episodi di freddo e neve rimandati almeno alla seconda metà del mese per l'Italia e non solo, vediamo allora la tendenza

INVERNO – quando la stagione non decolla si guarda alla stratosfera e agli STRATWARMING, ecco perché
Sorti dell'inverno affidate solo ai movimenti in stratosfera? Foto di repertorio fonte: ANSA/ DBA

Inverno statico e mite per l’Italia e non solo, vortice polare compatto

E’ un inverno piuttosto mite e statico quello ormai quasi giunto al suo giro di boa con un vasto e robusto campo di alta pressione che non ne vuole proprio sapere di mollare la presa sul vecchio continente. Gli amanti di freddo e neve sono piuttosto delusi dall’andamento che fino ad ora ha mostrato l’inverno 2019/2020 ma ancora di più lo sono perché all’orizzonte non di intravede alcun tipo di movimento interessante. Gli anticicloni risalgono e si mantengono stazionari a queste latitudini anche in questo periodo dell’anno a causa della compattezza del vortice polare. Nel mese di dicembre il vortice polare ha subito un progressivo rafforzamento e questo è ancora in atto con le conseguenze che tutti vediamo. Si guarda allora a qualche forzante dalla stratosfera che possa rompere questo equilibrio possibilmente prima della fine della stagione invernale, ad esempio uno stratwarming.

Stratwarming: cosa sono e dove avvengono questi anomali riscaldamenti

E’ un fenomeno ancora non del tutto compreso e dunque oggetto di studio, lo stratwarming. Si tratta di un improvviso e repentino riscaldamento della stratosfera e può avere conseguenze più o meno dirette anche sull’andamento dell’inverno alle medie latitudini. Spesso si associa a neve e gelo ma non è sempre detto che vada cosi. Solitamente il riscaldamento può essere di lieve o forte intensità dando origine ad un minor o ad un major stratwarming. Le anomalie di temperature possono essere anche nell’ordine di 60-70 gradi e solitamente vengono misurati attraverso i palloni sonda dei radiosondaggi. Le cause degli startwarming sono ancora dibattute e alcune ipotesi coinvolgono le onde planetarie o l’attività solare. L’andamento delle temperature in alta stratosfera è comunque di più semplice previsione e quindi gli stratwarming possono essere individuati anche con parecchi giorni di anticipo.

Neve, immagine di repertorio fonte ANSA.

Neve, immagine di repertorio fonte ANSA.

Risvolti dello stratwarming spesso gelidi e nevosi anche in Europa ma non sempre

Lo startwarming avviene nella stratosfera ma le sue conseguenze spesso si propagano anche nella troposfera ossia quella parte di atmosfera dove avvengono i comuni fenomeni meteorologici e che è oggetto di previsioni meteo quotidiane. Come può dunque un improvviso riscaldamento della stratosfera sconvolgere l’inverno delle medie latitudini? Abbiamo già parlato dell’indice AO e del NAM, e di come indichino la stabilità ( o la compattezza) del vortice polare in sede stratosferica e troposferica. Quando il vortice polare è stabile e compatto, e la corrente a getto molto tesa e poco ondulata, la stratosfera è molto fredda con i valori più bassi proprio in corrispondenza del polo nord. Uno stratwarming porta un improvviso aumento della temperatura in stratosfera con conseguente destabilizzazione del vortice polare stratosferico. L’aria calda inoltre si espande come una sorta di bolla in tre dimensioni schiacciando verso il basso l’aria in troposfera e provocando quindi una destabilizzazione anche del vortice polare troposferico che si riflette poi in un calo degli indici AO e NAM e, nei casi più intensi, in una frammentazione del vortice polare con conseguente aumento di episodi di gelo e neve per le medie latitudini.

Vortice polare che subirà un rallentamento ma dalle conseguenze incerte

Non sono previsti al momento stratwarming degni di nota che possano influenzare le sorti del vortice polare a partire dalla stratosfera, almeno per il momento. Il vortice polare andrà comunque incontro ad un progressivo rallentamento dovuto principalmente all’attrito. Nella seconda metà del mese dunque le sue oscillazioni dovrebbero farsi più marca con qualche scambi meridiano più importanti rispetto a quando visto fino ad ora. In tal caso l’aria fredda potrebbe raggiungere più facilmente le medie e le basse latitudini anche se non è affatto detto che lo faccia proprio verso il Mediterraneo. L’evoluzione meteo dei prossimi giorni è dunque improntata verso un non inverno e dovremmo attendere almeno la seconda metà del mese per vedere qualcosa di nuovo.

Nel mese di gennaio avremo dunque un possibile sblocco per questo inverno 2019-2020?

Il mese centrale dell’inverno è iniziato con il piede sbagliato, almeno per gli amanti di freddo e neve, e non solo sull’Italia ma su buona parte dell’Europa. Come avevamo anticipato nelle tendenze stagionali il vortice polare nel corso della seconda metà di dicembre ha subito un progressivo rafforzamento sia a livello stratosferico che troposferico. La corrente a getto piuttosto tesa porta una serie di profonde depressioni a transitare alla latitudini più alte mentre l’anticiclone non riuscendo ad elevarsi verso nord spancia a più riprese verso il Mediterraneo. Questa potrebbe essere l’evoluzione meteo per buona parte della prima metà di gennaio con solo qualche saltuario disturbo legato al transito di piccole gocce fredde o rapidi passaggi atlantici. Il grande inverno resterà dunque ancora lontano per molti giorni a venire. Sia il modello GFS che l’europeo ECMWF mostrano anche sul lungo periodo l’anticiclone governare sull’Europa con ben pochi disturbi dovuti per lo più all’instaurarsi di circolazioni secondarie.

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Francesco Cibelli

Laureato in Fisica dell'Atmosfera e meteorologia all'università di Roma Tor Vergata entro a far parte del team di CentroMeteoItaliano.it nel 2014 come meteorologo. Mi occupo giornalmente di previsioni meteo e bollettini ma anche della gestione dei modelli di calcolo per l'atmosfera e per il mare.

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