Inverno da dimenticare per appassionati di freddo e neve
La stagione invernale che sta andando a chiudersi almeno meteorologicamente parlando (l’ultimo giorno di inverno meteorologico è infatti sabato 29 febbraio) è una stagione completamente da dimenticare per chi è appassionato di freddo e neve e di sport invernali in generale. Se è vero che da una parte l’inverno astronomico terminerà fra poco più di 20 giorni ancora, è anche vero che da quando è avvenuto il solstizio di inverno (ovvero dal 22 dicembre) non c’è stato nemmeno un episodio di neve in pianura in Italia. Il che contribuisce a rendere quest’inverno tra i peggiori degli ultimi anni, se non il peggiore in assoluto.
Fase molto statica sia a febbraio che soprattutto a gennaio
Quella che è mancata è stata la dinamicità, poiché la nostra Penisola è stata spesso sotto l’influsso di correnti anticicloniche di matrice azzorriana e nell’ultimo periodo anche africana. La figura predominante sia a febbraio che soprattutto a gennaio è stata senza dubbio l’Alta pressione, responsabile tra l’altro del fenomeno dell’inversione termica che ha reso meno impietosi i dati relativi alle anomalie termiche di questo inverno in Italia, soprattutto nel primo mese del 2020.
Con l’avvento della primavera meteorologica arriva una fase più dinamica
Con l’avvento della primavera meteorologica che entra in vigore convenzionalmente tutti gli anni il 1° marzo, la situazione meteorologica non solo in Italia, ma anche in Europa sembra sbloccarsi in una fase nettamente più dinamica, con l’ingresso di una serie di perturbazioni di origine polare marittima sulla nostra Penisola. Il vortice polare incorre in un fisiologico indebolimento dovuto al decorso stagionale, il che lo rende più vulnerabile ai disturbi delle onde di calore planetarie, rievocando una corrente a getto più ondulata.
Neve solo in montagna
La matrice di aria polare marittima è generalmente mite ai bassi strati dell’atmosfera a causa del suo passaggio in Oceano, ma conserva il freddo più o meno integramente ad alte quote. Motivo per cui questa massa d’aria è in genere responsabile di nevicate a quote medie sulle Alpi e alcune volte anche sull’Appennino, che questa volta farà eccezione: è il leitmotiv previsto momentaneamente per la prima decade di marzo, con tanta neve in arrivo sulle Alpi, mentre sugli Appennini la quota sarà nettamente più elevata a causa del richiamo di correnti meridionali più miti.
Sono un appassionato di meteorologia fin dall'adolescenza, laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Durante questi anni ho gestito diverse pagine Facebook che trattano di meteorologia, facendo inoltre l'articolista a livello amatoriale di un portale che si occupa proprio della materia.