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METEO – TEMPORALI, perché prevederli in alcuni casi è molto difficile? Serve anche esperienza oltre che matematica, i dettagli

METEO - Per la previsione dei TEMPORALI non solo matematica, ma anche esperienza e conoscenza del territorio soprattutto nel semestre caldo, ecco perché

METEO – TEMPORALI, perché prevederli in alcuni casi è molto difficile? Serve anche esperienza oltre che matematica, i dettagli
Temporale, immagine di repertorio fonte Pixabay.

Temporali cosa sono e come prevederli?

Innanzitutto nel presente editoriale partiremo con il definire cos’è un temporale, che non è nient’altro che un fenomeno meteorologico che si manifesta mediante un’attività elettrica più o meno intensa (con tanto di fulmini visibili ad occhio nudo), spesso accompagnato da forte vento (anche chiamato di downburst) e precipitazioni più o meno intense. La loro previsione risulta talvolta piuttosto complicata per il previsore che si deve fornire di appositi strumenti quali sono i modelli fisico-matematici elaborati dai vari centri di calcolo. In genere si utilizzano in questi casi modelli a bassa risoluzione, quali i LAM o Moloch.

Bastano i soli modelli fisico-matematici a tracciare una previsione per i temporali?

Qualcuno potrebbe pensare che il ruolo del previsore sarebbe quello di tradurre semplicemente per iscritto o per via grafica ciò che mostrano i centri di calcolo in merito ad una previsione. In realtà, un lavoro del genere sarebbe fin troppo facile per chiunque, per questo molto spesso non basta guardare la sola carta delle precipitazioni per tracciare una plausibile e attendibile previsione meteo per il giorno dopo o per il target (comunque non superiore ai 3 giorni) selezionato. Infatti, il previsore si deve servire spesso anche della sua esperienza e della sua conoscenza del territorio per stilare una previsione riguardo possibili temporali. Vediamo perché.

Orografia del territorio potrebbe stravolgere facilmente una previsione

Esperienza, ma soprattutto orografia del territorio. Questo perché un semplice rilievo montuoso potrebbe completamente stravolgere le sorti di un temporale. Capita spesso che molte zone infatti rimangono spesso in ombra di precipitazioni mentre magari a pochi chilometri da quella si scatena un forte temporale. In alcuni casi si tratta semplicemente di sfortuna, ma in tanti altri potrebbe anche trattarsi di una particolare situazione orografica che vede la predetta zona protetta da un ostacolo quale potrebbe essere appunto una montagna. Non sempre e non tutti i modelli in questo caso riuscirebbero a leggere una situazione simile, ed è qui che interviene il previsore.

Temporali termoconvettivi, difficilmente prevedibili dai modelli fisico-matematici

Veniamo al semestre caldo, tipico periodo in cui non raramente sull’Italia è interessata dai classici temporali pomeridiani termoconvettivi. Quest’ultimi sono veramente un grosso grattacapo per i modelli fisico-matematici che faticano sempre ad inquadrare l’esatta evoluzione. Questo poiché oltre ai più classici indici temporaleschi quali possono essere il CAPE, il LI e il CIN (ma anche la l’umidità presente nelle varie quote atmosferiche), subentra anche il calore presente nei bassi strati dell’atmosfera e quanto esso può influire. I temporali termoconvettivi infatti si sviluppano anche grazie ad un elevato gradiente termico verticale, senza il quale non prendono vita, vediamo perché.

Elevato gradiente termico verticale favorisce i moti ascensionali

Immaginiamo di misurare alla quota di 500hPa (circa 5500 metri in libera atmosfera) una temperatura di -15°C. E’ chiaro, a quel punto, che avere 30°C in pianura e 30°C in montagna ad una quota di 1500 metri mostra enormi differenze a livello di gradiente: nel primo caso ci sono 45°C di differenza in uno spessore di 5500 metri, nell’altro la stessa differenza in uno strato d’aria più sottile, 4000 metri. L’atmosfera tende sempre ad equilibrarsi il più possibile e distribuisce quindi il caldo, più leggero, verso gli strati superiori, favorendo in questo modo le correnti ascensionali necessarie per lo sviluppo dei temporali. Questo processo (che trova condizioni più favorevoli in assenza di ventilazione) viene inquadrato a fatica dai modelli e deve quindi essere interpretato dal previsore a seconda della sua bravura e della sua esperienza.

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Salvatore Russo

Sono un appassionato di meteorologia fin dall'adolescenza, laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Durante questi anni ho gestito diverse pagine Facebook che trattano di meteorologia, facendo inoltre l'articolista a livello amatoriale di un portale che si occupa proprio della materia.

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