
Allarme Covid-19: cinque Regioni rischiano di andare in zona arancione
L’inverno non è ancora arrivato, eppure c’è una risalita di contagi generale, ma soprattutto in alcune zone d’Italia. L’accadimento preoccupa, tanto che in un report dell’Associazione italiana di epidemiologia sono contenute delle indicazioni per rallentare l’aumento dei casi positivi da Covid-19. In base all’indice RDt, la suddetta associazione ha previsto che per fine novembre il tasso di incidenza settimanale raggiungerà i 250 casi ogni 100.000 abitanti in almeno cinque Regioni.
Il report
Nel report si legge che l’indice RDt è pari a 1,42 e superiore all’1,00 in tutte le Regioni. Tali dati evidenziano che è in corso un’accelerazione nella diffusione delle infezioni da Covid-19. Per codesto motivo, l’Associazione indica cinque raccomandazioni che servono ad arginare l’aumento dei contagi ed evitare che nel giro di due settimane cinque Regioni possano finire in zona arancione.
Le raccomandazioni
Per prima cosa, l’AIE raccomanda di avviare la chiamata attiva per tutti i soggetti che non sono ancora stati vaccinati, coinvolgendo le strutture del Servizio Sanitario Nazionale e i medici di Medicina Generale, al fine di aumentare la copertura vaccinale. La seconda indicazione riguarda l’accelerazione della somministrazione della dose di richiamo per i soggetti in possesso dei requisiti richiesti per effettuare la terza dose, ossia trascorsi sei mesi dalla seconda dose, dando priorità alle categorie di persone più a rischio. La terza raccomandazione è di proteggere da un’eventuale positività al Covid-19 i bambini e gli adolescenti, nel contempo indica di aumentare la prevenzione nelle scuole e comunque in tutti i luoghi frequentati dai minori.
Inoltre, l’Associazione consiglia di potenziare i Dipartimenti di Prevenzione per le attività di identificazioni di casi sospetti, isolando i casi positivi ed effettuando il contact tracing, in modo particolare in ambito comunitario e scolastico. Infine, raccomanda di utilizzare le misure preventive generali: il distanziamento fisico, una ventilazione adeguata degli ambienti chiusi, l’utilizzo della mascherina al chiuso ma anche all’aperto nel caso di assembramento.
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I risultati
Tra l’altro, nel report dell’AIE si legge “Rispetto all’autunno scorso, il rilassamento di alcune misure di prevenzione sta portando ad un aumento dell’incidenza di sindromi influenzali, in particolare nelle fasce di età 0-4 anni, che certamente complica e aggrava il lavoro di inquadramento diagnostico e di gestione dei casi“.
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