E’ boom di vendite di farmaci per curare le patologie gastrointestinali: ecco il motivo secondo gli esperti
Gastrite, reflusso gastroesofageo e intestino irritabile rappresentano la nuova “peste” della società moderna che soprattutto in Italia sta colpendo tante persone, anche in età molto giovane. Sono le patologie che più di tutti stanno imperversando tra gli italiani, sempre più stressati e ansiosi anche per via delle tensioni geopolitiche in atto che stanno rendendo il quadro della situazione economica in Italia sempre più drammatico, per via di una inflazione in ascesa che non sta conoscendo soluzione di continuità.
Il parere degli esperti
A parlare di questo argomento all’Adnkronos è stato Luca Frulloni, presidente della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige). Secondo l’esperto, c’è stato un boom di vendita dei cosiddetti “inibitori della pompa protonica” che servono a ridurre i livelli di acidità nello stomaco. Si tratta di farmaci che vengono prescritti soprattutto a chi soffre di iperacidità. “Cè stato un incremento delle malattie gastroenterologiche – ha spiegato Frulloni – soprattutto quelle funzionali, per intenderci quelle che vede il medico di medicina generale, diciamo il reflusso e l’intestino irritabile”.
Sono la terza causa di ricovero
Oggi queste malattie legate all’apparato gastrointestinale rappresentano la terza causa di ricovero in Italia, insieme alle patologie epato-biliari, dopo le patologie del cuore e della respirazione. Una vera e propria epidemia inarrestabile legata anche ad uno stile di vita frenetico e ad un’alimentazione molto ricca di proteine animali, grassi e bevande gassate, che peggiorano la situazione, soprattutto nei pazienti che evidenziano una predispozione alle patologie dell’apparato gastrointestinale.
Il costo dei farmaci
Per fortuna, come ha ricordato Frolloni nell’intervista concessa ad Adnkronos Salute, il costo dei farmaci negli ultimi anni è sceso parecchio grazie all’approdo dei cosiddetti farmaci equivalenti che hanno un prezzo ridotto. “Nel tempo – ha spiegato il presidente del Sige – il costo unitario per capsula è sceso enormemente con l’arrivo sul mercato degli equivalenti, se pensiamo che oggi con 6-8 euro si comprano 28 compresse di Ppi”. Solo alcuni fa, per acquistare i farmaci con i medesimi principi attivi, si spendeva il triplo.
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