Sono 5 i casi di Trichinosi che sono stati diagnosticati nel foggiano: ecco quali sono i sintomi
L’Asl Foggia si è attivata dopo i 5 casi di Trichinosi riscontrati nel piccolo paesino di San Marco in Lamis effettuando una operazione di verifica e controllo sui prodotti alimentari che potrebbero essere stati contagiati dal patogeno. A confermare i 5 casi è stato il primo cittadino di San Marco in Lamis, Michele Merla. Una delle 5 persone è stata costretta al ricovero presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, mentre le altre 4 persone infette si stanno curando a casa e non hanno manifestato sintomi particolarmente preoccupanti.
Ecco le carni a rischio
Sotto accusa il consumo scriteriato di carni crude di cavallo importate dall’estero ma anche di suini allevati allo stato brado e macellati clandestinamente. Il batterio della Trichinella è caratteristico soprattutto in alcuni animali come i cinghiali, le volpi, i lupi, i cani e i gatti. Il fatto di ingerire del tessuto muscolare di animali infetti può generare il contagio. Ecco perchè è importante che la carne venga, in ogni caso, cotta in maniera approfondita.
I sintomi e la diagnosi
Contrarre la trichinella significa anche andare incontro al rischio morte. Una gran parte delle infezioni non generano conseguenze particolarmente gravi. In quattro casi su 10 l’infezione si manifesta con diarrea, astenia, sudorazione e forti dolori muscolari. Per scovare l’infezione occorre sottoporsi ad analisi al sangue. I soggetti che risultano contagiati lamentano un incremento dell’eosinofilia (fino al 70%), leucocitosi e aumento degli enzimi muscolari. Il virus ha un tempo di incubazione che oscilla dagli 8 ai 15 giorni, ma in determinati casi può manifestare i sintomi anche a distanza di 45 giorni. CONTINUA A LEGGERE…
Le misure di prevenzione e profilassi
Anche congelare la carne potrebbe non eludere eventuali rischi, infatti questo parassita può sopravvivere anche a temperature fino a -15 C°. Per essere sicuri di eradicare il virus occorre cucinare la carne a temperature superiori ai 70 C°. Il calore infatti è in grado di distruggere le larve presenti. L’alternativa è quella di congelare la carne per almeno 1 mese a -15°C. Anche essiccare, salare o affumicare la carne, non mette al riparo dall’eventuale rischio di contrarre il pericoloso patogeno.
E’ fondamentale il lavoro del Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale (Area B) che periodicamente effettua dei controlli sulla salubrità delle carni. Per questo motivo, il Servizio veterinario di igiene e controllo degli alimenti di origine animale sta effettuando in questi giorni dei controlli capillari su tutte le attività commerciali che vendono carni.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.