Alzheimer, attenzione alla "pancetta", può essere un fattore di rischio secondo un nuovo studio. Ecco perché
di Marco Reda
Avere la pancia gonfia può rappresentare un campanello d'allarme per il morbo di Alzheimer: ecco perché
Guarda la versione integrale sul sito >
Spunta un altro particolare e insospettabile sintomo del morbo di Alzheimer: ecco di cosa si tratta
Il morbo di Alzheimer è tra le patologie più pericolose e invalidanti esistenti, capace di annullare (nel tempo) buona parte delle capacità cerebrali umane: questa malattia degenerativa, che colpisce le persone anziane e non ha una causa ben definita, può essere però “intercettata" attraverso i primi segnali che potrebbero risultare banali ma i quali, invece, bisognerebbe imparare ad interpretare per intervenire in tempo. Ce n'è uno, assai insolito ma comunque importante, il quale interessa una parte del corpo che non è il cervello. É la classica “pancetta“, ecco perchè averla può significare l'aver sviluppato la sindrome come riportato da uno studio pubblicato su Aging and Disease.
Lo studio
Stando a quanto evinto da un team di ricercatori americani, la presenza di grasso viscerale in eccesso nei soggetti di mezza età è correlato al rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer ed è anche indicativo della malattia fino a 15 anni prima dell'avvento dei sintomi iniziali. Il grasso viscerale si accumula attorno agli organi interni come fegato, intestino e cuore a causa di una dieta ipercalorica e dell'assente o scarsa attività fisica. Se da un lato il grasso è fondamentale per immagazzinare l'energia in eccesso, dall'altro è in grado anche di produrre anche ormoni e sostanze infiammatorie.
La conclusione
Gli scienziati, dunque, dopo aver esaminato un campione di persone, sono giunti alla conclusione che maggiori quantità di grasso viscerale si associano a maggiore accumulo di amiloide nella corteccia del precuneo, la regione che viene colpita precocemente dall'Alzheimer. Più le misurazioni del grasso viscerale sono alte, più si assiste ad un incremento del carico di infiammazione del cervello. Il tutto si può ridurre stando attenti alla troppa sedentarietà, facendo attività fisica e sportiva e seguendo un'alimentazione sana ricca di frutta e verdure.
[/multipage
Guarda la versione integrale sul sito >
I sintomi tipici del morbo
La Alzheimer’s Association ha stilato una lista con, in ordine cronologico, i sintomi che appaiono gradualmente se si è sviluppato questo morbo. Il primo sintomo è la perdita della memoria, dopo frequenti episodi si può cominciare a sospettare la presenza di una patologia grave. Il secondo sintomo consiste in problemi nell’esprimersi: ci si dimentica spesso delle parole da dire oppure si sostituiscono con altre che non c’entrano nulla con il contesto. Il terzo sintomo è il disorientamento spazio-temporale: si può iniziare dimenticando la strada di casa, fino a non sapere più che giorno sia e dove ci si trovi. Quarto sintomo: problemi a svolgere le attività giornaliere. Ad essi seguono poi la capacità di giudizio alterata e gravi difficoltà nel compiere le operazioni di base, anche solo scrivere il proprio nome.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.
Alzheimer, un primo segnale si può notare quando si fa la doccia: ecco a cosa prestare attenzione
19 Marzo 2025 | ore 16:12
Alzheimer a 41 anni, Fraser racconta quali sono stati i sintomi della malattia comparsi due anni prima
12 Marzo 2025 | ore 17:38
Alzheimer, i segnali da cogliere nella prima fase dell’insorgere della malattia
02 Marzo 2025 | ore 20:29
Alzheimer, il neurologo rivela 4 segnali da non ignorare che possono comparire decenni prima dei sintomi
16 Dicembre 2024 | ore 16:09