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Alzheimer, una ricerca italiana scopre la molecola che ringiovanisce il cervello

Alzheimer, ecco l'ultima scoperta che potrebbe aprire la strada verso un nuovo modo di curare e diagnosticare la malattia

Alzheimer, una ricerca italiana scopre la molecola che ringiovanisce il cervello
Foto PixaBay

Da una ricerca italiana, una nuova speranza per i malati di Alzheimer: ecco la molecola in grado di arrestare la malattia in fase precoce

Nuovi passi in avanti sono stati compiuti nella lotta contro l’Alzheimer, la forma di demenza progressiva che colpisce soprattutto i meno giovani. Una scoperta tutta italiana potrebbe rappresentare la vera svolta per dare speranza a milioni di famiglie nel nostro paese che hanno familiari che vivono il dramma di questa forma di demenza invalidante.

Si apre una nuova frontiera nella diagnosi e nella cura dell’Alzheimer

Secondo quanto si apprende dal sito Ansa sarebbe stata scoperta una molecola in grado di ringiovanire il cervello, favorendo la nascita di nuovi neuroni. Questa scoperta potrebbe avere positive ripercussioni soprattutto nelle fasi di esordio della demenza, tra cui l’amiloide. Una strategia che apre una nuova frontiera sul versante della diagnosi ma anche della cura.

Chi ha effettuato la ricerca

Lo studio in questione è stato coordinato dal dottor Antonino Cattaneo e dai ricercatori Giovanni Meli e Raffaella Scardigli, della Fondazione Ebri Rita Levi-Montalcini. Alla ricerca ha anche preso parte il Cnr, la Scuola normale superiore e il dipartimento di Biologia dell’università di Roma Tre. I risultati di questa ricerca sono anche stati pubblicati su Cell Death and Differentiation.

La neurogenesi può essere arrestata

I ricercatori della fondazione Ebri hanno individuato il meccanismo per il quale i nuovi neuroni nel cervello adulto (neurogenesi) si riducono nel momento in cui la malattia di Alzheimer fa il suo esordio. Si è anche scoperto che l’accumulo di proteina beta Amiloide è una delle cause principali dello sviluppo di questa forma di demenza. Riuscendo a neutralizzare gli A-beta oligomeri nel cervello di un topo malato di Alzheimer, si può ringiovanire il cervello, facendo regredire la malattia che rallenta le funzioni cognitive.

La scoperta consentirà di recuperare l’80% dei difetti causati dalla malattia

Introducendo l’anticorpo A13 all’interno delle cellule staminali del cervello, i nuovi neuroni possono riattivarsi. In questo modo, secondo quanto si legge sul sito Ansa, si possono recuperare fino all’80% dei difetti causati dall’Alzheimer in fase precoce. La diminuzione di neurogenesi è proprio tipico dell’Alzheimer nella fase iniziale. Con questo sistema è possibile giocare d’anticipo evitando i danni permanenti che questa forma di demenza arreca al cervello. Introducendo l’anticorpo A13 si possono neutralizzare gli A-beta oligomeri all’interno dei neuroni. Una scoperta che aprirà nuove frontiere nella diagnosi e nella cura di questa grave malattia che colpisce il cervello.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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