Antibiotico-resistenza, la nuova peste che fa 30 mila morti l'anno nell'Ue: l'Italia è maglia nera
La strategia auspicata dagli infettivologi è quella di coordinare e unire le forze in modo tale da promuovere la formazione e organizzare controlli negli ospedali
L'allarme è stato lanciato dalla società italiana Malattie Infettive e Tropicali: ecco le strategie che si dovranno seguire in futuro
L'Italia è il paese dell'Ue dove si muore di più a causa dell'antibiotico-resistenza. I superbatteri, che causano circa 30 mila morti in tutta Europa, sono in Italia uccide 11 mila persone l'anno. L'allarme è stato lanciato da Massimo Andreoni, segretario scientifico della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit), che in una intervista pubblicata su AdnKronos, ha evidenziato come l'Italia è tra quei paesi “che soffre di più il problema con 2 milioni di giornate di degenza ogni anno per le conseguenze dell’antimicrobico-resistenza, come se tutti i posti letto del Friuli Venezia Giulia fossero dedicati a questo problema”.
Gli elevati costi per la sanità
Si tratta di numeri allarmanti che si ripercuotono inevitabilmente anche sull'erario perchè costano circa due miliardi l'anno. Le infezioni resistenti ai farmaci rappresentano oggi una vera emergenza ospedaliera, per questo motivo l'auspicio dei medici è che il governo dedichi più attenzione su questo versante aumentando la soglia di attenzione clinica. Secondo la Simit, servono necessarie misure ‘ad hoc’ con programmi attivi di contrasto portati avanti in team multidisciplinari. Solo così si potrà prevenire dal 30% al 50%” delle infezioni causate dai superbatteri.
La piattaforma Resistimit
Per poter monitorare questa situazione di emergenza, la Simit ha lanciato la piattaforma Resistimit anche per capire cosa non sta funzionando e per ottimizzare le risorse. “Spesso facciamo interventi costosissimi o terapie importanti sui pazienti che poi muoiono per le infezioni ospedaliere – ha dichiarato il consigliere di Simit, Marco Falcone, che ha curato la piattaforma – vogliamo capire cosa non funziona nel trattamento di queste infezioni, abbiamo nuovi antibiotici e nuove terapie, oggi facciamo le Car-T che costano 250mila euro ma poi il paziente rischia di morire per una infezione batterica”.
Quali strategie?
La strategia auspicata dagli infettivologi è quella di coordinare e unire le forze in modo tale da promuovere la formazione, organizzare controlli negli ospedali anche al fine di individuare le criticità principali e implementare i programmi di contrasto alle infezioni nosocomiali negli ospedali. Un qestionario predisposo proprio dalla Simit indirizzato ai nosocomi, ha evidenziato proprio le difficoltà di interazione tra i diversi gruppi di lavoro, oltre alla carenza di professionisti dedicati proprio a questo fenomeno che sta causando migliaia di vittime. L'obiettivo è quello di rafforzare l'igiene negli ospedali per ridurre la diffusione di virus e batteri.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.