Autismo, ecco i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Occupational & Environmental Medicine
La continua esposizione della madre ai solventi sul posto di lavoro aumenta i rischi di autismo del bambino. E’ questo il sunto dei risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista Occupational & Environmental Medicine. Ovviamente si tratta di un’affermazione che va approfondita e che richiederà ulteriori conferme ma un numero crescente di prove indicano che i fattori ambientali e di lavoro possono essere collegati allo sviluppo di autismo della prole.
Cos’è l’autismo
L’autismo è un disturbo del neurosviluppo che include comportamenti ripetitivi e difficoltà a comunicare e socializzare con gli altri. Negli Usa, un bambino su 68 bambini soffre di questo disturbo. La velocità con cui è aumentato il numero di nuovi casi suggerisce che potrebbero essere coinvolti fattori diversi dai geni, affermano i ricercatori. Da tempo si pensa che le esposizioni prenatali a sostanze chimiche e inquinanti ambientali possa risultare decisivo.
Come è stato condotto lo studio
Poiché le esposizioni sul posto di lavoro sono spesso superiori a quelle ambientali, i ricercatori hanno voluto esplorare se queste potrebbero essere potenzialmente legate allo sviluppo dell’autismo. Hanno attinto i dati raccolti per lo studio sull’autismo dei rischi per l’autismo da genetica e ambiente Tra i dati più importanti che sono stati valutati anche la storia della salute e quella lavorativa dei genitori dei 537 bambini con diagnosi formale di disturbi dello spettro autistico e di 414 bambini con tipico neurosviluppo.
I criteri seguiti dai ricercatori
E’ stata anche valutata l’esposizione di 750 madri e 891 padri a 16 agenti che sono stati collegati a anomalie neurologiche e / o congenite tre mesi prima della gravidanza fino alla nascita del bambino. Tra le sostanze monitorate farmaci, metalli, pesticidi, anestetici, asfalto, liquido dei freni, plastica e polimeri, radiazioni, solventi per vernici e sgrassanti nonché altri prodotti chimici.
I livelli di esposizione sono stati classificati come nessuno; raro (alcune volte l’anno); moderato (settimanale); e frequente (più volte alla settimana / ogni giorno). L’intensità è stata classificata come bassa, moderata o alta, l’ultima delle quali è stata presa per significare ben al di sopra dei livelli di fondo.
I risultati della ricerca
Dai risultati dello studio è emerso che le mamme con bambini autistici erano state esposte più frequentemente ai solventi rispetto a quelle i cui bambini non erano nello spettro. Statisticamente hanno 1,5 volte più probabilità di avere un bambino nello spettro autistico. E l’esposizione cumulativa a solventi moderata intensità era associata a un rischio doppio.
Nessuno degli altri agenti era associato ad un rischio maggiore in entrambi i genitori o quando le esposizioni di entrambi i genitori erano combinate. Ovviamente si tratta di uno studio che si è limitato ad osservare ma che non può determinare le cause del problema. L’esposizione a solventi era già finito nel mirino di altri studi tra i fattori di rischio, ma occorreranno altre ricerche per approfondirne i reali rischi.
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