Burioni lancia l'allarme sulla variante inglese: "Va fermata con misure drastiche"

Variante inglese, secondo il noto virologo Roberto Burioni, potrebbe essere ben più pericolosa di quelle precedenti

Burioni (foto: youtube)
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Il noto virologo Roberto Burioni ha messo in guardia gli italiani dai rischi legati alla variante inglese

La diffusione della variante inglese del Coronavirus richiede l'applicazione di nuove misure, ancora più stringenti di quelle attualmente in vigore: ne è un fermo sostenitore Roberto Burioni, invitato all'ultima diretta di “Che tempo che fa". Fabio Fazio, conduttore dell'ormai nota trasmissione televisiva, ha lasciato spazio al virologo pesarese il quale, con il piglio e la maestria del divulgatore scientifico, ne ha esposto i motivi. In base alle spiegazioni fornite al pubblico, la ragione principale non è legata alla sintomatologia, ma alla contagiosità, molto più alta in confronto ai primi ceppi rilevati all'inizio della pandemia. Leggi anche Coronavirus, nuovo dpcm: non più di due ospiti a tavola, le nuove regole.

VARIANTE INGLESE CORONAVIRUS, PERCHÉ ESISTE?

Pur avendo un basso potenziale di mutazione, ad oggi il Covid-19 conta diverse varianti. Ma da cosa dipende un risultato del genere? A differenza di altri organismi, la replicazione del genoma nei virus a RNA è soggetta a errori reiterati, a cadenza casuale. Questi portano alla produzione di copie mutanti, non perfettamente identiche alle originarie. Naturalmente, non tutte sopravvivono: a resistere sono soltanto quelle che riescono a riprodursi meglio. Come in una sorta di selezione naturale, avviene la diffusione di nuovi sottotipi, in maniera decisamente più efficace e rapida rispetto al ceppo di partenza.

GRAVITÀ DEI SINTOMI ASSOCIATI ALLA MUTAZIONE INGLESE

Nonostante l'elevata contagiosità dell'ultima variante (della quale resta da quantificare la percentuale di incremento in rapporto allo scenario attuale), il quadro clinico non è più severo di quello ascrivibile allo stipite virale. Si tratta per lo più di soggetti asintomatici o con lievi manifestazioni a carico delle alte vie respiratorie, della pelle e dell'apparato muscolo-scheletrico, oltre ad alterazioni dell'olfatto e del gusto. In pazienti con patologie pregresse o immuno-depressi, la situazione tende ad aggravarsi più o meno nella stessa misura in cui avviene per le specie d'origine.


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LE CATEGORIE PIÙ COLPITE

A differenza dei ceppi rilevati contestualmente all'inizio della pandemia, la mutazione inglese sembra prediligere bambini, ragazzi e adulti di età inferiore ai 60 anni. Tutti soggetti continuamente a contatto con gli altri e, in quanto tali, potenziali veicoli della variante. Oltre alle restrizioni in corso, secondo Burioni è indispensabile continuare con la campagna vaccinale: la somministrazione del farmaco genera una risposta immunitaria efficace anche per questo sottotipo virale. A dare manforte concorrono le rassicurazioni del Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, il quale, pur ammettendo le attuali difficoltà, dichiara di avere la situazione sotto controllo.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.